Pazienti adulti affetti da leucemie e altri tumori del sangue ad alto rischio possono essere trattati con Zalmoxis. Si tratta di una terapia innovativa basata sull’impiego di linfociti T geneticamente modificati in cui è stato inserito un “gene suicida”. Una volta infuse nei pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche da donatore parzialmente compatibile (trapianto aploidentico), queste cellule facilitano l’effetto anti-leucemico, eliminando il ricorso alla profilassi immunosoppressiva post-trapianto e inducendo una rapida ricostituzione immunologica. Il gene suicida permette di controllare prontamente la cosiddetta “malattia del trapianto contro l’ospite” (Graft versus Host Disease – GvHD), il più importante e grave effetto collaterale del trapianto aploidentico, derivante dalla disparità genetica tra paziente e donatore. Il 18 agosto scorso la Commissione Europea, seguendo la raccomandazione espressa il 23 giugno dal CHMP, ha concesso la CMA per Zalmoxis, la prima terapia cellulare paziente-specifica basata sull’ingegnerizzazione del sistema immunitario.
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