Alzhiemer. “Risultati positivi dalla somministrazione in fase precoce e a lungo termine di lecanemab

Presentati alla XVII Conferenza Clinical Trials for Alzheimer’s Disease CTAD 2024, recentemente svoltasi a Madrid, i dati sui benefici della somministrazione a lungo termine di lecanemab. In particolare, per quanto riguarda i benefici del trattamento continuo con lecanemab per le persone con malattia di Alzheimer in fase precoce, i dati dello studio Clarity AD ampliano i risultati già illustrati a luglio 2024 durante l’Alzheimer’s Association International Conference AAIC, includendo ulteriori valutazioni derivanti dai 3 anni di trattamento continuo con lecanemab in pazienti con bassi livelli di amiloide cerebrale al basale. Questi dati suggeriscono che un inizio precoce del trattamento con lecanemab può influenzare positivamente la progressione della malattia nei pazienti con Alzheimer in fase iniziale e fornire benefici a lungo termine.

Grazie al doppio meccanismo d’azione, lecanemab è l’unico trattamento per l’AD in fase precoce disponibile che supporta la funzione neuronale eliminando anche le protofibrille altamente tossiche che continuano a causare danno neuronale e morte anche dopo che le placche sono state rimosse dal cervello. La quantificazione di queste protofibrille nel liquido cerebrospinale umano (CSF) è però complicata dalla loro bassa concentrazione. I ricercatori Eisai hanno quindi approntato un nuovo metodo di misurazione che evidenzia il legame tra le protofibrille e i biomarcatori della neurodegenerazione. Come affermato in conferenza, grazie a questa nuova tecnica è stato possibile osservare che le protofibrille sono correlate più strettamente ai biomarcatori della malattia neurodegenerativa, indicando un chiaro ruolo significativo delle protofibrille nella disfunzione sinaptica in corso di AD.

Il dott. David Watson, del Alzheimer’s Research and Treatment Center, Florida, ha riferito di pazienti che hanno continuato a ricevere il trattamento con lecanemab dopo lo studio di Fase II 201 e lo studio di Fase III Clarity AD. Un totale di 136 pazienti ha partecipato a entrambi gli studi presso il Centro e 66 pazienti hanno scelto di continuare la terapia con lecanemab, con 13 pazienti in trattamento per più di 5 anni e 40 in trattamento per oltre 3 anni; più della metà dei pazienti (15/24) ha continuato il trattamento con lecanemab per più di 3 anni. Dall’analisi dei dati clinici, la malattia si sarebbe arrestata alle fasi iniziali. Inoltre, in un sondaggio condotto su 11 pazienti o caregiver di pazienti che hanno ricevuto il trattamento con lecanemab per più di 5 anni, tutti i partecipanti hanno affermato di essere “molto soddisfatti” o “soddisfatti” della terapia; il 45-73% ha risposto che il trattamento con lecanemab li ha fatti sentire “più positivi riguardo alla loro vita quotidiana, alle attività sociali, alla memoria”.