World Immunization Week, SItI: “Accesso alle vaccinazioni sia garantito ovunque e per tutte le persone”

La Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, campagna annuale promossa dall’Oms, nasce dalla necessità di promuovere azioni collettive per la prevenzione di malattie prevenibili da vaccino. Il tema del 2023, che verrà approfondito nella settimana 24-30 aprile, è quello di recuperare, ripristinare e rafforzare l’immunizzazione di routine. Se da un lato la pandemia Covid-19 ha ribadito il valore dei vaccini quali strumenti fondamentali per prevenire malattie e salvare vite, dall’altro ha tuttavia rappresentato anche un ostacolo alle vaccinazioni di routine, determinando una riduzione delle coperture nel periodo di maggior intensità pandemica: secondo i dati forniti dall’Oms, nel 2021 le coperture vaccinali globali sono calate del -5%, mentre le ragazze non vaccinate contro il papilloma virus umano sono aumentate di +3,5milioni rispetto al 2019. Di qui la necessità di recuperare le vaccinazioni “perse”, rafforzando i servizi vaccinali.

“La Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica SItI ritiene fondamentale che l’accesso alle vaccinazioni [sia] garantito ovunque e per tutte le persone, soprattutto per coloro che sono più vulnerabili, così come ribadito anche nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, che fissa tra gli obiettivi quello di offrire servizi vaccinali efficaci, efficienti e resilienti, accessibili per tutti come parte dell’assistenza sanitaria di base e far sì che le vaccinazioni siano accessibili al fine di ottenere il raggiungimento del più alto standard di salute come diritto fondamentale di ogni individuo”, si legge in una nota della Società. “L’equità è uno dei capisaldi del nostro Servizio Sanitario Nazionale e non vi sono dubbi che il sistema universalistico sia fondamentale nel mitigare le disuguaglianze di salute. Non ci può essere salute per tutti senza equità di accesso, sin dalla prima infanzia. Per abbattere ogni disuguaglianza nello stato e negli esiti di salute, è cruciale considerare il ruolo delle popolazioni hard-to-reach, spesso marginalizzati all’interno della nostra società come gli stranieri, le persone con bassa alfabetizzazione sanitaria, i pazienti psichiatrici, i detenuti.”

“L’accesso alle vaccinazioni – prosegue la nota – dev’essere garantito per tutti, a prescindere da differenze geografiche e generazionali, tramite l’attuazione di programmi strategici dedicati all’individuazione e al superamento di tutti quei fattori che possono ostacolarlo, siano queste barriere fisiche, educative, linguistiche o socio-culturali, nel pieno rispetto dei principi di centralità del paziente e di prossimità e capillarità dei servizi. Una programmazione vincente, infatti, non richiede solo vaccini sicuri ed efficaci ma una calibrazione delle politiche vaccinali che deve passare attraverso un’attenta analisi della situazione epidemiologica, strutturale e socio-culturale del contesto territoriale in cui opera. Per far sì che la salute pubblica sia anche democratica – conclude il comunicato – sono necessari la partecipazione, l’impegno e la responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti, a partire dai professionisti di salute pubblica e dagli operatori sanitari, passando per il coinvolgimento di decisori politici e terzo settore.”