Vitiligine. “Un Manifesto in 5 punti per i bisogni insoddisfatti di 330mila pazienti”

Ansia, depressione e malattie sistemiche associate. La vitiligine è una patologia cronica autoimmune molto complessa, ma che va oltre la pelle; si stima che in Italia ne soffrano circa 330mila persone. Si tratta in particolare di un disordine acquisito della pigmentazione cutanea, che causa macchie ipocromiche o acromiche di grandezza variabile sulla pelle in seguito a una risposta errata del sistema immunitario che reagisce ai melanociti, le cellule deputate alla produzione della melanina. L’Associazione Nazionale Gli Amici per la Pelle ANAP Onlus ha raccolto in un Manifesto le 5 azioni da intraprendere per ottimizzare la gestione di questa patologia: “Purtroppo c’è ancora molta disinformazione sulla vitiligine”, dichiara il presidente, Ugo Viora. “Questa condizione viene spesso ricondotta alla sola sfera estetica, quando si tratta di una vera patologia cronica autoimmune, con un forte impatto psico-sociale sui pazienti, la metà dei quali è rappresentata da minori e giovani adulti: ansia e depressione risultano rispettivamente il 72% e il 32% più diffuse rispetto al resto della popolazione e il ricorso a percorsi di terapia è 20 volte più frequente.”

OBIETTIVI DEL MANIFESTO

Il Manifesto, spiega l’Associazione, nasce con l’intento di fare chiarezza sulla vitiligine e lanciare un appello alle Istituzioni affinché vengano intraprese le azioni necessarie per supportare i pazienti e le loro famiglie. “In quanto malattia autoimmune, con un decorso spesso progressivo, la vitiligine è frequentemente associata ad altre problematiche come le malattie tiroidee, le malattie infiammatorie croniche intestinali, il diabete mellito e l’alopecia areata”, afferma il prof. Mauro Picardo, coordinatore della task force per la vitiligine della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse SIDeMaST. “La creazione di percorsi di presa in carico è fondamentale, specialmente ora che la ricerca ha aperto nuovi scenari terapeutici, potenzialmente rivoluzionari.”

IL COINVOLGIMENTO DEI POLITICI

Le Istituzioni hanno raccolto l’appello, come dimostrato dalla nutrita presenza all’incontro svoltosi nei giorni scorsi in Senato. “La vitiligine è una patologia cronica e, pertanto, è imperativo garantire un adeguato supporto da parte del Servizio Sanitario Nazionale”, dichiara Ignazio Zullo, membro della X Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale, promotore dell’Intergruppo sulle Malattie Autoimmuni. “Un passo fondamentale in questa direzione è l’inserimento della vitiligine nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Guardando al futuro, si aprono prospettive terapeutiche promettenti, e ciò richiede un impegno concreto per assicurare un accesso equo e tempestivo a tali innovazioni. È evidente che occorre adottare un nuovo approccio alla governance della vitiligine, come sottolineato durante gli incontri con i portavoce del mondo politico-istituzionale. Le azioni più urgenti comprendono il riconoscimento della vitiligine come patologia cronica e l’impegno per garantire un accesso equo alle nuove prospettive terapeutiche.”

“Una patologia complessa come la vitiligine – cronica, autoimmune – si presta benissimo alla creazione di nuovi modelli organizzativi: costruire reti dermatologiche regionali contribuirebbe a razionalizzare ed ottimizzare il percorso dei pazienti con un impatto positivo anche sul Servizio Sanitario Nazionale e sulla programmazione sanitaria”, afferma Elena Leonardi, membro della X Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro, Previdenza sociale del Senato della Repubblica. La necessità di intraprendere tale percorso è resa ancora più stringente dal fatto che ad oggi più del 60% dei costi per la cura della vitiligine sono a carico del paziente e della sua famiglia, non essendoci ancora un codice di patologia che dia diritto ad esenzioni. “Sappiamo quanto sia importante garantire un perfetto equilibrio tra il diritto di accesso alla migliore innovazione terapeutica e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”, dichiara Guido Quintino Liris, membro della V Commissione Bilancio del Senato. “Abbiamo a disposizione leve importanti, come modelli organizzativi efficienti, un approccio multidisciplinare e un utilizzo appropriato di farmaci e terapie. La vitiligine, nella sua complessità, si presta bene a questo tipo di esercizio ed è per questo che ho promosso in Parlamento una iniziativa per il riconoscerla formalmente come patologia cronica e autoimmune e per stimolare la creazione di reti dermatologiche regionali. Dalle Regioni, un primo segnale di attenzione è già arrivato dall’Abruzzo, che ha approvato solo pochi giorni fa di una risoluzione proprio sulla vitiligine; auspichiamo che altre Regioni avviino una simile riflessione.”

All’incontro ha partecipato anche Jéan-Marie Meurant, vicepresidente VIPOC, il Comitato Internazionale che rappresenta i pazienti con vitiligine a livello mondiale. “La Commissione Europea – dichiara – ha riconosciuto la vitiligine come una delle più invasive patologie della pelle, capace di condizionare pesantemente la qualità di vita delle persone che ne sono affette. In Europa sono stati fatti passi importanti per dare risposte ai pazienti, ora è responsabilità dei singoli stati membri avviare dei percorsi strutturati. Auspichiamo che l’incontro di oggi vada in questa direzione, centinaia di migliaia di pazienti aspettano.”

I 5 PUNTI DEL MANIFESTO PER I DIRITTI DEI PAZIENTI AFFETTI DA VITILIGINE

  • “RICONOSCIMENTO DELLA VITILIGINE. La vitiligine è una patologia cronica autoimmune e sistemica, spesso progressiva. In quanto patologia sistemica, è tipicamente associata ad altre patologie come la tiroidite autoimmune, il diabete autoimmune, l’artrite reumatoide o la depressione. Queste caratteristiche rendono la vitiligine una patologia complessa, che necessita di essere adeguatamente gestita in maniera multidisciplinare e personalizzata;
  • ELIMINAZIONE DELLO STIGMA. Lo stigma nei confronti delle persone con vitiligine persiste, portando a isolamento sociale e disagi psicologici con aggravamento di ansia e depressione. La promozione della corretta informazione sulla vitiligine nella popolazione generale è fondamentale per abbattere lo stigma, così come è importante portare avanti iniziative di awareness che promuovano una maggiore consapevolezza sulla patologia e sul vissuto dei pazienti che ne sono affetti;
  • ACCESSO EQUO E TEMPESTIVO ALLE CURE. I pazienti hanno diritto ad accedere ai migliori standard di terapia sulla base del proprio quadro clinico, beneficiando dei progressi medico-scientifici senza barriere legate a fattori geografici e/o socio-economici;
  • CREAZIONE DI RETI REGIONALI E DI PERCORSI DI CURA INTEGRATI. La creazione di reti regionali dermatologiche e di percorsi dedicati per l’individuazione, la presa in carico e il trattamento dei pazienti con vitiligine sono essenziali per garantire una gestione coordinata ed integrata della patologia, con un approccio multidisciplinare che può generare effetti positivi anche sul Sistema-Salute nel suo complesso;
  • SUPPORTO PSICOLOGICO: la vitiligine ha un impatto significativo sulla sfera famigliare, sociale e lavorativa delle persone che ne sono affette, con pesanti ripercussioni sulla qualità di vita e sulla salute mentale dei pazienti, in particolare sui minori e sugli adolescenti. Il riconoscimento di questo burden da parte delle istituzioni è centrale nella costruzione di percorsi di presa in carico adeguati, pertanto, è auspicabile che il supporto psicologico sia parte integrante di questi modelli, per contribuire a mitigare ansia e depressione e migliorare la salute complessiva dei pazienti.”