
Le vene varicose non rappresentano solo un problema estetico ma un rischio reale di trombosi venosa profonda e quindi di embolia polmonare. A sostenerlo i ricercatori del Chang Gung Memorial Hospital di Taiwan, guidati da Shyue-Luen Chang. “Proprio per la forte correlazione tra vene varicose e aumento del rischio di malattie più gravi i pazienti con vene varicose meriterebbero un attento monitoraggio”, spiega Chang.
Gli autori hanno condotto uno studio retrospettivo prendendo in considerazione 212.984 adulti con vene varicose e lo stesso numero di persone senza questa patologia. Nel corso di un follow-up, durato in media sette anni, la presenza di varici è stata associata a un rischio significativamente maggiore di sviluppare trombosi venosa profonda (rapporto di rischio di 5,3), embolia polmonare (1,73) e malattia delle arterie periferiche (1,72). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Jama.
La trombosi è un processo patologico che si realizza per una coagulazione patologica che dà luogo alla formazione di un trombo che riduce oppure occlude del tutto il lume di un vaso. I punti più comuni di formazione dei trombi sono le vene profonde delle gambe e quelle della pelvi, ma la trombosi può presentarsi in qualsiasi vena, incluse la vena epatica (sindrome di Budd-Chiari), le vene renali, le vene della retina e la vena cava superiore e inferiore.
La trombosi venosa profonda (TVP) ha un’incidenza annuale di oltre 800.000 casi ed è responsabile di circa 100.000 morti/anno per embolia polmonare associata. La TVP è una malattia tanto comune quanto spesso silente. L’incidenza nella popolazione generale non sta diminuendo, nonostante il sempre più largo ricorso alla profilassi, in rapporto all’aumento del numero di interventi chirurgici anche in persone anziane e all’allungamento della vita media, con un sempre maggior numero di pazienti anziani allettati a causa di malattie croniche. Tale elevata incidenza, a fronte di prevenzione e terapie adeguate, è dovuto al maggior rischio trombotico nella nostra era per abitudini sedentarie, utilizzo di terapie estroprogestiniche anticoncezionali, maggior incidenza di interventi di chirurgia ortopedica maggiore, maggior incidenza e lunghezza delle malattie tumorali cui spesso la TVP è associata.