Vaiolo delle scimmie. Primo contagiato accertato in Italia e altri 2 casi sospetti

“Identificato allo Spallanzani di Roma il primo caso vaiolo delle scimmie in Italia. Si tratta di un giovane adulto tornato dalle isole Canarie che si era presentato al Policlinico Umberto Primo; il quadro clinico è risultato caratteristico e il virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali. Sono in corso indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti, altri 2 casi sospetti in fase di accertamento.” Le persone che contraggono il virus possono soffrire di febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi e stanchezza. I sintomi più insoliti includono un’eruzione cutanea che spesso inizia sul viso prima di diffondersi ad altre aree del corpo.

Le infezioni sono normalmente lievi, con la maggior parte dei pazienti che guarisce entro poche settimane. Ma in alcuni casi può diventare mortale, con un ceppo che uccide fino al 10% delle persone infettate. Non esiste un trattamento specifico, ma il vaccino contro il vaiolo fornisce una certa protezione. Un vaccino, Jynneos, è stato autorizzato negli Stati Uniti per prevenire le infezioni da vaiolo delle scimmie, mostrando un’efficacia dell’85% nel prevenire l’infezione da vaiolo delle scimmie. Antivirali e sangue prelevato da individui vaccinati contro il vaiolo possono essere usati per trattare i casi gravi.

VAIOLO DELLE SCIMMIE IN EUROPA

Sono al momento 15 i casi confermati in Europa (14 oltre a quello appena annunciato dallo Spallanzani), in particolare in Regno Unito, Spagna e Portogallo; sotto esame i casi di ulteriori 24 persone potenzialmente infette. Il virus è più comune nell’Africa Centrale e Occidentale, aree in cui la trasmissione avviene generalmente attraverso contatto diretto con animali infetti. Tuttavia il virus può anche essere diffuso attraverso il contatto diretto con lesioni infettive della pelle, dalla tosse o dagli starnuti di individui che presentino un’eruzione cutanea da vaiolo delle scimmie. È fatale in 1 caso su 10, ma il ceppo che si diffonde a livello globale è meno aggressivo e si ritiene che abbia un tasso di mortalità di circa 1 su 100, analogo a quello del Covid-19 della prima fase della pandemia. La casistica dell’attuale epidemia sembra riguardare per il momento maggiormente individui maschi che hanno rapporti omosessuali.

La catena di trasmissione nel Regno Unito è ancora “sconosciuta”. In Gran Bretagna, solo 1 caso è collegabile a un precedente viaggio in Nigeria; 2 casi e una probabile infezione sono invece legati a un nucleo familiare, mentre gli altri 4 contagi sono stati rilevati in uomini omosessuali o bisessuali. Il Portogallo ha individuato 5 casi di virus e ne sta indagando altri; tutti riguardano giovani uomini. La Spagna sta valutando 8 casi, tutti di uomini omosessuali o bisessuali. La comparsa dei sintomi avviene generalmente tra 5-21 giorni dall’infezione.