Vaiolo delle scimmie. 92 casi confermati e 28 sospetti in 12 Paesi, OMS

Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale. La trasmissione all’uomo può avvenire attraverso il contatto con un animale o un essere umano infetto o con materiale corporeo umano contenente il virus. La trasmissione tra gli esseri umani avviene principalmente attraverso goccioline respiratorie. Il virus può anche entrare nel corpo attraverso fluidi corporei, lesioni o contatto indiretto con il materiale delle lesioni. A oggi i casi di vaiolo delle scimmie confermati sono 92; 28 quelli sospetti. L’OMS ha reso noto che i Paesi interessati dalle infezioni sono 12: Francia, 1 caso; Germania, Italia, Olanda, Portogallo, 23 casi confermati; Spagna, 7 casi accertati e 23 dubbi; Svezia, Regno Unito, 20 casi confermati; Stati Uniti, 1 caso. L’OMS parla di casi anche in Australia, Belgio, Canada e Svezia, ma non vengono riportati numeri.

Allo Spallanzani i casi confermati sono 3, ma è iniziato lo screening di circa 30 persone entrate in contatto con i positivi, come ha ricordato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. I sintomi includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, ingrossamento dei linfonodi, brividi e spossatezza. In genere si sviluppa un’eruzione cutanea. Spesso inizia sul viso e poi si diffonde ad altre parti del corpo, compresi i genitali. L’eruzione cutanea attraversa diverse fasi e può assomigliare alla varicella o alla sifilide, prima di formare una crosta che poi cade, ma a differenza di queste altre patologie, l’evoluzione delle lesioni è uniforme. Il periodo di incubazione è in genere compreso tra 6 e 16 giorni, ma può arrivare fino a 21 giorni. “Le manifestazioni cliniche del vaiolo delle scimmie sono generalmente lievi. Il clade dell’Africa occidentale, che finora è stato rilevato nei casi segnalati in Europa, è stato osservato con un tasso di mortalità del 3,6% negli studi condotti nei Paesi africani”, si legge in una nota dell’ECDC. “La mortalità è più elevata tra i bambini e i giovani adulti e gli individui immunocompromessi sono particolarmente a rischio di malattia grave. La maggior parte delle persone guarisce in poche settimane.”