
I risultati dei primi test del vaccino in cerotti sono stati presentati a Roma in occasione del Congresso annuale della World Allergy Organization promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Negli studi finora eseguiti, questi cerotti aumentano la tolleranza a arachide e latte. Il trattamento, spiegano gli esperti, viene ben tollerato senza reazioni allergiche sistemiche, ma in alcuni pazienti è stato osservato un aumento delle reazioni cutanee eczematose locali. Il cerotto sfrutta l’attività immunitaria della pelle; allo stesso tempo, l’assenza di vascolarizzazione dell’organo in superficie riduce notevolmente il rischio di reazioni sistemiche. Il cerotto, al cui interno è contenuta una quantità controllata dell’allergene, stimola così la risposta immunitaria “abituando” l’organismo al contatto.
“Forse in un prossimo futuro vaccineremo i nostri bambini allergici con un cerottino sulla pelle”, afferma Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Sempre più avanzate sono poi le immunoterapie specifiche per l’allergia alimentare, che si evolvono a una integrazione con immunomodulatori naturali quali i probiotici per migliorare la loro efficacia.”
Proprio l’allergia al latte – una delle due allergie per le quali il cerotto è in sperimentazione – è uno dei temi principali affrontati dal congresso, che sul tema inizierà il lavoro per la revisione delle linee guida. “L’allergia al latte è la prima a comparire nell’età infantile con una frequenza che varia tra lo 0.7 ed il 2.5%”, spiega Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Questo significa che in Italia tra i 3500 ed i 12500 bambini l’anno sono allergici all’alimento cardine per la loro crescita. Le tappe per gestire l’allergia al latte sono tre: sospettarla, diagnosticarla, stabilire una dieta appropriata. Non dovunque, nel mondo, questo avviene nello stesso modo.”