Tutti per Uno. Primo reality calcistico sull’aderenza terapeutica nelle malattie cardiometaboliche

Quasi 200mila le persone con patologie cardiovascolari che, a causa di una non corretta adesione alle cure, perdono la vita ogni anno in Europa. Per questo, in occasione della Giornata Nazionale dell’Aderenza Terapeutica, il Gruppo Servier in Italia, in collaborazione con Conacuore e la Fondazione Italiana per il Cuore, promuove Tutti per Uno – L’Aderenza È un Gioco di Squadra, nuova campagna di informazione e sensibilizzazione sull’importanza dell’aderenza terapeutica nelle patologie croniche cardiovascolari. Tutti per uno è un divertente reality calcistico realizzato con la Nazionale Jazzisti Italiani e con la partecipazione straordinaria di Carolina Morace, campionessa di calcio ed ex allenatrice della Nazionale Calcistica Italiana Femminile. Attraverso le dinamiche tipiche della preparazione atletica e della competizione tra squadre concorrenti, il reality fornisce l’occasione di parlare di aderenza alla terapia attraverso 6 episodi dedicati a temi specifici.

“Il lavoro di squadra nell’aderenza alla terapia è fondamentale e il contributo di ciascun membro della squadra può fare la differenza”, dichiara Giuseppe Ciancamerla, presidente Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore Conacuore. “Per questa ragione abbiamo accettato con entusiasmo di collaborare alla realizzazione di Tutti per Uno, che attraverso il parallelismo tra calcio e salute racconta in maniera fedele ma con leggerezza come seguire correttamente una terapia.”

“Tutti per Uno nasce dal presupposto che l’aderenza terapeutica è un vero e proprio gioco di squadra, come nel calcio, dove l’impegno di ciascuno è importante per ottenere il risultato finale”, afferma Morace. “Mentre i calciatori in partita giocano insieme, ciascuno secondo il proprio ruolo, con l’obiettivo di vincere, nel percorso terapeutico pazienti e caregiver, medici e farmacisti collaborano tra loro affinché le cure abbiano successo.”

Le malattie cardiovascolari costituiscono ancora oggi in Italia, e nel mondo, uno dei più importanti problemi di salute pubblica: sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità; rientrano in questo gruppo le più frequenti patologie di origine arteriosclerotica, in particolare le malattie ischemiche del cuore, come infarto e angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari come l’ictus. Tra i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, giocano un ruolo determinante l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il diabete. “L’ipertensione arteriosa interessa oltre 1miliardo di persone nel mondo”, dichiara Antonio Terranova, responsabile della Cardiologia presso l’Ospedale San Camillo-Forlanini, Roma. “In Italia colpisce il 55-59% della popolazione con età maggiore di 18 anni; solo 1 paziente iperteso su 3 risulta adeguatamente trattato con conseguenze importanti sulla salute. Tra i pazienti in trattamento, gli studi scientifici dimostrano che la scarsa aderenza alle terapie rappresenta la principale causa di inefficace controllo della pressione arteriosa con un aumento significativo del rischio di eventi cardiovascolari gravi, come infarto e ictus.”

La scarsa aderenza, oltre ad essere associata a una maggiore mortalità, è anche causa di un aumento dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale. Chi sopravvive a un evento cardiovascolare acuto diventa infatti un paziente cronico con notevoli ripercussioni sulla qualità della vita e sui costi economici e sociali per la collettività. L’impatto sul Ssn è dimostrato anche da uno studio realizzato dal Centre for Economic and International Studies CEIS, dell’Università Tor Vergata di Roma, sul Cost of Ilness: nel nostro Paese il peso totale delle patologie cardiovascolari in termini di costi diretti e indiretti supera i 14,5miliardi di euro, oltre 3miliardi di costi per il sistema di sicurezza sociale e oltre 11,5miliardi di costi sanitari diretti. “Dall’analisi abbiamo osservato che una più alta aderenza al trattamento in pazienti con malattie cardiovascolari può tradursi in una riduzione degli eventi di ospedalizzazione e morte, -1,3% e -5,9% rispettivamente, e in una riduzione dei costi di -490.023,8 euro per 100mila pazienti trattati”, commenta Francesco Saverio Mennini, direttore EEHTA del CEIS, Facoltà di Economia, Università Tor Vergata di Roma. “Aumentando il livello di aderenza al trattamento dei pazienti, potrebbe quindi aumentare la spesa farmaceutica ma questo aumento di spesa sarebbe controbilanciato da un forte risparmio nelle ospedalizzazioni, nelle visite specialistiche e nei costi indiretti.”

“La nostra azienda […] è stata una delle prime realtà del farmaceutico a comunicare sul ruolo strategico di una corretta aderenza alle cure soprattutto per i pazienti cronici con patologie cardiometaboliche, che spesso sono anziani fragili, con più patologie e politrattati”, dichiara Marie-Georges Besse, direttore medical affairs Gruppo Servier in Italia. “La nostra mission si compie mettendo a disposizione di pazienti e medici un ampio portfolio di farmaci studiati per migliorare l’aderenza alla terapia, come le polipillole, ma anche stimolando la riflessione e diffondendo consapevolezza su nuovi approcci culturali che possono migliorare gli esiti clinici, l’organizzazione della presa in carico del paziente e i benefici in termini di risparmio economico per il SSN.”

“Come nel calcio l’allenamento consente di raggiungere risultati impensabili, nelle cure l’aderenza terapeutica può migliorare in modo significativo l’efficacia del farmaco e quindi i benefici per il paziente”, dichiara Stefano Carugo, direttore della Cardiologia presso il Policlinico di Milano. “Il paziente aderisce alla terapia se segue esattamente le raccomandazioni del medico riguardo dosi, tempi e frequenza di assunzione del farmaco per l’intera durata del trattamento. Le cause della scarsa aderenza sono molteplici: poca consapevolezza della gravità della patologia; timore di dipendenza; scarsa motivazione; dimenticanza; complessità; durata della terapia ed eventuali effetti collaterali del trattamento. L’aderenza alla terapia, soprattutto per le malattie croniche come quelle cardiometaboliche, può sembrare una sfida complessa, ma con le dovute accortezze è un traguardo raggiungibile.”

Tra i giocatori della Nazionale Jazzisti protagonisti del reality, Max Paiella e Attilio Di Giovanni de Il Ruggito del Coniglio, il Fabrizio Bosso Quartet, il presidente, Costantino Ladisa.