Si tratta del primo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IRCCS in Italia a dotarsi di un proprio Centro di Protonterapia, e in Lombardia segue il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica CNAO di Pavia, già attivo in questo settore. Nei giorni scorsi, la Giunta regionale ha approvato una delibera che conferisce mandato all’ATS Milano di assegnare un budget dedicato in via sperimentale allo IEO proprio per la Protonterapia. “Con l’apertura del Proton Center realizziamo la promessa che facciamo ogni giorno a chi varca la soglia del nostro Istituto: se c’è una valida cura innovativa nel mondo, in IEO è disponibile o presto lo sarà”, dichiara Roberto Orecchia, direttore scientifico dello IEO. “La terapia con i protoni permette di curare più tumori, compresi alcuni attualmente orfani di cura, e di curare meglio molti di quelli che oggi ricevono la radioterapia tradizionale. Offre infatti più possibilità di cura sia per i tumori sviluppati in organi critici o in sedi difficili da raggiungere, sia per quelli che non rispondono alla radioterapia convenzionale. Comporta inoltre meno rischi di tumori indotti dai raggi, meno tossicità durante e dopo il trattamento. La Protonterapia è dunque davvero innovativa – continua – ma allo stesso tempo consolidata, come dimostrano i risultati ottenuti su oltre 200mila pazienti trattati con protoni nel mondo. La sua diffusione capillare è tuttavia lenta, perché un centro protoni richiede investimenti significativi in tecnologie, strutture e risorse umane.”
COME VIENE EROGATA
La Protonterapia impiega un sofisticato macchinario dedicato, chiamato Gantry. Attraverso alcuni esami di imaging preliminari, quali Tac, risonanza magnetica, la Pet/Tac, viene creata un’immagine virtuale in 3D del tumore e delle strutture anatomiche circostanti, indispensabili per strutturare e programmare un piano di trattamento che garantisca l’erogazione di una dose di radiazione protonica che sia distruttiva per il tumore ma che al contempo eviti l’esposizione degli organi e dei tessuti vicini alla radiazione residua. Il trattamento si effettua ambulatorialmente, senza bisogno di ricovero. Dopo la preparazione, il paziente viene disteso su un lettino, e viene irradiato in posizione di immobilità, mantenuta durante per tutto il trattamento; l’irradiazione dura non più di 2 minuti ed è completamente indolore; i cicli di sedute durano dalle 2 alle 8 settimane, a seconda del tipo di tumore.
La delibera prevede inoltre la costituzione di un gruppo di lavoro per predisporre le linee guida in merito all’appropriatezza ed alla priorità del trattamento e all’utilizzo nell’ambito della ricerca, in relazione alle prestazioni di Protonterapia inserite nei Lea. Il gruppo sarà coordinato dalla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia e sarà composto da 1 Radioterapista esperto in adroterapia; 1 Radioterapista pediatrico; 1 Epidemiologo; 1 Oncologo pediatrico; 1 Oncologo esperto in tumori rari; 1 Oncologo esperto nei tumori del distretto testa collo. Il gruppo di lavoro dovrà acquisire semestralmente dalle strutture che erogano le prestazioni di Protonterapia una relazione sulle attività ed ai trattamenti effettuati, mantenendo un monitoraggio continuo sugli esiti. “Da parte di Regione c’è un supporto importante, anche di natura economica per il Proton Center”, dichiara l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. “Abbiamo infatti adottato una delibera che stanzia 1,2milioni di euro per portare avanti questo progetto. Siamo un Paese straordinario capace di ottenere risultati di prim’ordine e a livello mondiale”, afferma. “[…] Portare avanti con grande ostinazione e con tenacia nuove tecnologie e nuove metodologie è fondamentale per dare risposte di cura sempre più efficaci.”