
I pazienti con cancro hanno rischiato di pagare un prezzo salatissimo a causa della pandemia da coronavirus, ma l’Oncologia e l’Ematologia hanno saputo reagire ed hanno affrontato l’emergenza sanitaria con forza e determinazione, grazie anche all’iniziativa personale di ogni singolo medico ed infermiere. Un rallentamento c’è stato, è innegabile, nella gestione delle patologie croniche e quindi anche nella presa in carico, assistenza e cura dei pazienti oncologici e onco-ematologici, ma si è anche accumulato un “bagaglio culturale” e creato un precedente importante. Adesso è tempo di capire come la pandemia ha influito sulla salute delle persone che convivono con il tumore e pensare a rimettere in atto una concreta ripresa.
Il Gruppo La Salute: un Bene da Difendere, un Diritto da Promuovere, coordinato da Salute Donna Onlus insieme a 33 Associazioni di pazienti oncologici e onco-ematologici, nell’ambito del VII Forum istituzionale, quest’anno in modalità virtuale, evento di riferimento a livello nazionale per la valutazione e il dibattito sulle politiche sanitarie in ambito oncologico, apre una discussione con politici, Istituzioni, amministratori, clinici e pazienti su questo anno 2020 segnato dalla pandemia Covid-19 per fare il punto della situazione. “Prendiamo atto del grande sforzo portato avanti dall’oncologia e dall’ematologia italiane durante la pandemia Covid-19 per non lasciare indietro i pazienti con una diagnosi di cancro, ma l’emergenza non è finita e dobbiamo fare in modo che controlli e prime diagnosi non siano ritardati. D’altro canto, il Parlamento e le Regioni continuano ad occuparsi dell’universo cancro attraverso atti normativi, di sindacato ispettivo ed indirizzo politico”, dichiara Annamaria Mancuso, coordinatrice del Gruppo e presidente Salute Donna onlus. “Anche per quest’anno registriamo una crescita di consapevolezza unita ad una migliore qualità degli atti stessi. I pazienti oncologici e onco-ematologici necessitano di politiche sanitarie dedicate che sappiano dare spessore e concretezza ai loro bisogni non soddisfatti. Dobbiamo continuare a condividere le nostre problematiche con i rappresentanti nazionali e regionali delle Istituzioni con il fine di ottenere un generale miglioramento dei processi di presa in carico e cura delle persone affette da tumore.”
“L’oncologia italiana è stata abbastanza coesa in questo anno di pandemia, grazie anche alla comunicazione organica e tempestiva attuata dalla nostra società scientifica, l’AIOM, che ha dato a tutti noi regole di comportamento precise”, afferma Filippo de Braud, direttore Dipartimento di Oncologia Medica, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Nel momento più critico sono state fatte scelte di razionamento che hanno privilegiato alcuni approcci terapeutici; le tante iniziative di riorganizzazione strutturale e clinica hanno consentito ai pazienti di muoversi il meno possibile e di evitare il più possibile il rischio di contagio. In questo complesso scenario, la ricerca oncologica è andata avanti e gli studi sperimentali nel nostro Paese sono stati mantenuti aperti con reclutamento di pazienti. Il domani si gioca sul vaccino e su regole di salvaguardia delle persone, tenendo ben presente che solo il rispetto delle regole consente una maggiore libertà. Il Covid-19 ci lascia in eredità un bagaglio culturale che va ottimizzato: tutto quello che è stato fatto in emergenza è un regalo per il futuro, una preziosa risorsa che permette di curare più persone.”
In questo anno in Italia sono stati riorganizzati drasticamente i percorsi di cura tentando di mantenere inalterata la qualità dell’assistenza, sono stati messi in sicurezza i percorsi per i pazienti con patologie oncologiche, sono state pubblicate le linee guida per il trattamento dei pazienti oncologici e onco-ematologici; ma la sfida è andata oltre, in taluni casi, alle reali possibilità di strutture e personale sanitario, nonostante gli immensi sforzi di questi ultimi, perché troppo elevata la richiesta di risorse umane e strumentali per rispondere al carico assistenziale con percorsi di sicurezza per i pazienti più a rischio come quelli affetti da un tumore.