Tumore del rene metastatico: immunoterapia aumenta sopravvivenza del 47%

Buone notizie per il trattamento dei tumori renali metastatici. Secondo i risultati dello studio di fase III Keynote-426 presentati al Congresso internazionale sui tumori genitourinari (Genitourinary Cancers Symposium, Asco Gu) appena conclusosi a San Francisco, la combinazione di pembrolizumab, molecola immunoterapica anti-Pd-1, e axitinib, inibitore tirosin chinasico, ha dimostrato di migliorare in modo significativo sia la sopravvivenza globale che la sopravvivenza libera da progressione di malattia.

“Questi risultati rappresentano un reale cambiamento di paradigma del trattamento in prima linea della malattia in fase metastatica”, spiega Camillo Porta, professore associato di Oncologia medica all’ Università di Pavia e direttore della Divisione di Oncologia traslazionale degli Istituti clinici scientifici Maugeri, sempre a Pavia. “Per la prima volta, infatti, la sopravvivenza libera da progressione ha superato i 15 mesi e i dati di sopravvivenza globale indicano una tendenza estremamente positiva. La combinazione ha inoltre evidenziato un buon profilo di tollerabilità, in linea con il meccanismo di azione delle due molecole. Questo studio pone le basi per un cambiamento nella pratica clinica quotidiana: siamo di fronte a un nuovo standard terapeutico che costituirà il termine di paragone per la futura ricerca scientifica su questa neoplasia.”

In particolare, i dati della ricerca hanno dimostrato una riduzione del 47% il rischio di morte, migliorando in modo significativo la sopravvivenza globale rispetto a sunitinib. Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.