Nuove prospettive per le donne over70 con tumore al seno arrivano dai risultati di uno studio coordinato dalla Breast Unit e dalla Radioterapia Oncologica dell’AOU Careggi di Firenze, dirette rispettivamente dal prof. Icro Meattini e dal prof. Lorenzo Livi, recentemente presentato nel corso della XLVII edizione del San Antonio Breast Cancer Symposium SABCS 2024 e pubblicato su The Lancet Oncology. “Questo studio conferma quanto noi Radioterapisti sappiamo da tempo: la radioterapia non è solo una terapia efficace, ma è anche in grado di preservare la qualità di vita delle pazienti, un aspetto cruciale soprattutto per le donne over70 che colpiscono buona parte delle oltre 50mila donne che ogni anno si ammalano di cancro al seno in Italia”, dichiara Marco Krengli, presidente dell’Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia Clinica AIRO. “È un risultato che dimostra il valore di trattamenti mirati, capaci di garantire controllo della malattia senza compromettere il benessere quotidiano. Un traguardo che ci spinge a continuare a investire nella ricerca per migliorare sempre di più l’esperienza di cura delle nostre pazienti capace di coniugare efficacia terapeutica e rispetto per la qualità di vita delle pazienti. Questo studio – afferma – è una pietra miliare per la ricerca radioterapica.”
Lo studio Europa, randomizzato, di fase 3 su 926 pazienti over70 da 21 Centri, di cui 19 Italiani, ha confrontato radioterapia e terapia ormonale dopo chirurgia conservativa, con l’obiettivo di dimostrare che la prima non solo garantisce un controllo locale efficace, ma ha anche un impatto significativamente minore sulla qualità di vita. L’analisi preliminare ha evidenziato che, a parità di efficacia nel controllo locale, la radioterapia è significativamente meno impattante sulla qualità di vita rispetto alla terapia ormonale: “Dalla Letteratura scientifica, sappiamo che combinare terapia ormonale e radioterapia per i tumori al seno a basso rischio di recidiva nelle donne anziane e potenzialmente fragili può essere un trattamento eccessivo in alcuni pazienti”, dichiara Meattini, coordinatore dello studio e socio AIRO, professore associato di Radioterapia Oncologica presso l’Università degli Studi di Firenze, direttore della Breast Unit dell’AOU Careggi di Firenze. “Negli ultimi anni si è cercato di ottimizzare le cure, ma fino a oggi gli studi si sono concentrati solo sull’eliminare la radioterapia. Questo studio, invece, è il primo che mette a confronto 2 approcci separati, dove in un caso c’è solo la terapia ormonale e nell’altro solo la radioterapia. E per la prima volta abbiamo valutato non solo il rischio di recidiva locale, ma anche l’impatto delle terapie sulla qualità di vita delle pazienti. I risultati ci aiuteranno a capire, a parità di efficacia, quale trattamento sia meno invasivo per migliorare la vita delle donne.”