
Le donne con tumori clinicamente linfonodo-negativi sottoposte a trattamento conservativo con irradiazione mammaria dovrebbero ricercare una seconda opinione se il proprio chirurgo afferma che la dissezione nodale ascellare (ALND) è una pratica di routine in presenza di qualunque metastasi del linfonodo sentinella. Le pazienti inoltre dovrebbero astenersi dal consenso per la dissezione nodale ascellare sino alla disponibilità dei risultati dei test patologici chirurgici, onde consentire una discussione completa sulle alternative anche in presenza di metastasi del linfonodo sentinella. Infatti, un’indagine condotta sui chirurghi statunitensi ha riscontrato un’ampia variabilità nelle opinioni sull’omissione della dissezione nodale ascellare nelle pazienti con tumore mammario in fase precoce, anche se le attuali linee guida la raccomandano solo in alcuni casi.
Secondo i risultati, i chirurghi che effettuano più interventi sono maggiormente propensi a praticare l’ALND, il che suggerisce che in molte situazioni questa venga praticata anche se non necessaria, configurando quindi un “sovratrattamento” delle pazienti, come afferma l’autrice dello studio, Monica Morrow, del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York.
Una delle più comuni complicazioni dell’ALND è il linfedema, che secondo le pazienti rappresenta la più temuta conseguenza a lungo termine del trattamento del tumore mammario. I comportamenti adottati per minimizzarne il rischio possono interferire con la vita lavorativa, o influenzare negativamente la qualità della vita. L’articolo è stato pubblicato su JAMA Oncology online 2018.