
L’asma è una patologia infiammatoria cronica che colpisce più di 339milioni di persone nel mondo. Secondo il report GINA, le persone con asma non controllata presentano uno scarso controllo dei sintomi e/o frequenti riacutizzazioni che possono richiedere la somministrazione di corticosteroidi orali o perfino l’ospedalizzazione. La Commissione Europea ha approvato la modifica all’autorizzazione all’immissione in commercio per la tripla terapia. Si tratta di una combinazione di corticosteroide inalatorio (Inhaled Corticosteroid, ICS) / β2-agonista a lunga durata d’azione (Long-Acting β2-Agonist, LABA) / antagonista muscarinico a lunga durata di azione (Long-Acting Muscarinic Antagonist, LAMA) contenente beclometasone dipropionato (Beclometasone dipropionate, BDP; corticosteroide inalatorio), formoterolo fumarato (Formoterol fumarate, FF; agonista β2 a lunga durata d’azione) e glicopirronio (Glycopyrronium, G; antagonista muscarinico a lunga durata d’azione).
La tripla terapia di Chiesi per l’asma è la prima triplice combinazione extrafine in grado di raggiungere e trattare l’intero albero bronchiale, incluse le piccole vie aeree. Il prodotto è dotato di un contatore di dosi che consente ai pazienti di monitorare e controllare l’avvenuta assunzione della terapia. “Si tratta del primo passo per fornire ai pazienti con asma la nostra tripla terapia, la stessa opzione terapeutica disponibile per i pazienti con BPCO”, commenta Alessandro Chiesi, chief commercial officer del Gruppo Chiesi. “L’approvazione della Commissione Europea ci avvicina sempre di più all’obiettivo di offrire nuove opzioni terapeutiche ai pazienti con asma non controllata, riducendo le riacutizzazioni e potenzialmente semplificandone il trattamento, grazie a una terapia tripla con singolo inalatore.”
Nei pazienti con asma non controllata, la tripla terapia di Chiesi ha mostrato una riduzione delle riacutizzazioni e un miglioramento della funzionalità polmonare rispetto all’ICS/LABA (corticosteroide inalatorio/β2-agonisti a lunga durata d’azione). La raccomandazione del CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) e la decisione della Commissione Europea si basano sui dati di efficacia e sicurezza di 4 studi clinici che hanno coinvolto quasi 3mila pazienti.