
La vecchiaia o la presenza di altre malattie fanno spesso desistere ma gli esperti della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (Sicge) oggi propongono un semplice test della velocità del cammino per stabilire chi può sottoporsi a un intervento chirurgico. Secondo uno studio pubblicato su Jama infatti, i pazienti che camminano ad una velocità tra 0,83 e 1 metro al secondo hanno una mortalità 1,77 volte superiore, e quelli con velocità inferiore a 0,83 metri al secondo hanno una mortalità 3,16 volte superiore, rispetto a chi cammina con una velocità superiore a un metro al secondo. Il test può essere fatto cronometrando il tempo impiegato a percorrere cinque metri. “Il test del cammino è una ‘variabile riassuntiva’ – spiega Niccolò Marchionni, vicepresidente Sicge – sulla quale convergono molte caratteristiche associate all’invecchiamento, come la perdita di massa muscolare, le modificazioni dell’assetto ormonale, ma anche molte malattie. Se ci si chiede cos’è la fragilità la risposta è che è una bassa performance neuromuscolare. Si può camminare piano, o avere uno scarso equilibrio se si ha un problema cerebrovascolare ma anche un iniziale Alzheimer, o se c’è malnutrizione o una malattia cronica invalidante. Tutto converge nei parametri fisici. In Italia – prosegue – Marchionni, è in corso uno studio che coinvolge sei centri per valutare la capacità predittiva, oltre che della velocità del cammino, anche di altri test semplici che coinvolgono l’equilibrio, come la capacità di alzarsi da una sedia a braccia conserte, che si stanno rivelando predittivi del rischio di complicazioni gravi.”
“Bisogna fare una valutazione molto attenta – spiega Sandro Boccanelli, presidente Sicge – in questa fascia di popolazione: non dobbiamo pensare solo a mortalità, ma anche la disabilità indotta e la riduzione di autosufficienza”. Ogni anno in Italia ci sono circa 366mila interventi chirurgici maggiori, di cui circa 140mila su over 75. Le persone in questa classe di età hanno bisogno di operazioni quattro volte più degli altri, e con l’aumento della popolazione anziana ci si aspetta una crescita di un quarto del volume totale degli interventi. “Se si adottasse il test del cammino – conclude Boccanelli – le operazioni chirurgiche sugli anziani potrebbero aumentare del 25%.”