Termosifoni a 19 °C. “Nessun effetto negativo per la salute, ma attenzione ai soggetti fragili.” I consigli dell’Osservatorio Influenza

Come più volte osservato, sono diversi i fattori che suggeriscono come la prossima stagione influenzale possa essere più dura rispetto agli ultimi anni. La rimozione delle limitazioni contro il Covid-19 renderà infatti più semplice la diffusione dei virus influenzali. Inoltre, le persone riprenderanno verosimilmente a viaggiare di più anche in inverno, aumentando la possibile esposizione. Infine, il nostro sistema immunitario potrebbe essere più vulnerabile, non essendo stato esposto al virus dell’influenza per più tempo del solito.

A fronte di un’inflazione che non sembra arrestarsi e del crescente costo del gas, il Governo ha reso poi nota l’intenzione di abbassare di un paio di gradi il riscaldamento di case, uffici e scuole, al fine di limitare i consumi, misura che ha fatto impensierire non pochi per il timore di dover trascorrere l’inverno al freddo anche tra le mura di casa. Molti temono infatti che prendere freddo comporti un abbassamento delle difese immunitarie e si chiedono se tenere il termostato a 19 °C sia dannoso per la salute. “Il calo o l’aumento della temperatura esterna è in effetti qualcosa che avvertiamo immediatamente sul nostro corpo. Una diminuzione delle temperature ha un effetto soprattutto sull’apparato cardiovascolare: il nostro organismo reagisce facendo aumentare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca”, spiega Fabrizio Pregliasco, direttore scientifico di Osservatorio Influenza, professore associato di Igiene Generale ed Applicata presso la Sezione di Virologia del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli studi di Milano e direttore sanitario I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. “È stato dimostrato come vivere regolarmente in un ambiente troppo freddo abbia un effetto negativo sulla salute ed è noto che vivere in case in cui il termostato indica valori troppo bassi concorra a causare un aumento delle malattie e dei decessi durante l’inverno. Nel passaggio da 20 a 19 °C la sensibilità è elevata, ma i rischi per la salute sono contenuti. Anzi, in realtà, tenere un grado in meno in casa non solo fa risparmiare, ma è la temperatura perfetta”, continua Pregliasco. “In linea generale, nessun timore dunque in vista di una stretta che appare necessaria per far fronte al costo del gas, schizzato alle stelle. Se si ha freddo basta vestirsi un po’ più pesanti. Gli unici che potrebbero risentirne a livello di salute sono i soggetti fragili, a partire dalle persone più anziane. Con l’avanzare dell’età il nostro sistema di termoregolazione si deteriora: ecco perché molti anziani avvertono maggiormente il freddo e possono rischiare fenomeni di ipotermia senza accorgersene. È a loro che bisogna pertanto porre maggior attenzione nei mesi freddi.”

Occorre comunque farsi trovare pronti per affrontare le malattie da raffreddamento e le sindromi influenzali che si manifestano con maggiore frequenza quando le temperature calano e si inizia a trascorrere sempre più tempo in luoghi chiusi. Per mettersi al riparo dalle conseguenze più fastidiose del freddo e dell’influenza, esistono infatti alcuni accorgimenti:

  • Se nelle ore trascorse in casa capiterà di avere più freddo rispetto al passato, il consiglio è quello di vestirsi con indumenti un po’ più pesanti. Una felpa o una coperta, se si è sul divano, aiuteranno ad affrontare le giornate più rigide;
  • Utile far attenzione anche all’alimentazione. I consigli sono sempre gli stessi: bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, consumare 5 porzioni di frutta e verdura e prediligere alimenti stagionali, a cui va aggiunta l’opportunità di mettere a tavola cibi e bevande caldi che aiuteranno a gestire meglio il calo delle temperature;
  • Al fine di non rendere l’aria eccessivamente secca, è consigliabile usare degli umidificatori o posizionare dei contenitori d’acqua sopra ai termosifoni. Più che la temperatura, conta l’umidità dell’ambiente domestico che dovrebbe assestarsi tra il 50-60%. Il caldo secco può comportare infatti un maggior rischio di natura infettiva e far male a chi soffre di bronchite cronica;
  • Ciò a cui occorre porre particolare attenzione sono gli sbalzi termici che si verificano nel passaggio dall’interno all’esterno e viceversa;
  • È importante fare il vaccino antinfluenzale, prendendo in considerazione, soprattutto per i soggetti più a rischio, anche la possibilità di fare il richiamo Covid e il vaccino antinfluenzale nello stesso momento, perché il fatto di riunirli può aiutare a ottenere più anticorpi e immagazzinare più munizioni per combattere i virus;
  • Infine, continuare a indossare la mascherina negli spazi chiusi e lavarsi spesso le mani rimangono accorgimenti utili.