
A circa 10 anni dalla Legge 38 del 2010, Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, quali sono le maggiori criticità e i traguardi raggiunti nell’ambito delle cure palliative e della terapia del dolore? Come gli anestesisti-rianimatori hanno operato (formandosi, aggiornandosi e contribuendo all’organizzazione delle cure) a favore dei pazienti e dei cittadini in questo settore? Come il COVID-19 si è abbattuto sulle reti territoriali di cura del dolore?
“Abbiamo organizzato il Congresso ACD 2021 nella consapevolezza che tanti colleghi e tanti giovani anestesisti si sono avvicinati negli ultimi anni alla medicina del dolore, ambito sempre più importante e delicato del SSN”, spiega Franco Marinangeli, coordinatore scientifico del Congresso e Responsabile Sezione Medicina del Dolore e Cure Palliative SIAARTI. “Proprio pensando a loro abbiamo creato un programma in cui si propone un percorso di contenuti, best practice e confronti con gli esperti in modalità virtuale. In 3 giorni di meeting affronteremo i temi più importanti della medicina del dolore, spaziando dalla fisiopatologia alla gestione della sofferenza, con un percorso culturalmente coerente con quanto ci eravamo prefissati 2 anni orsono, fermamente convinti che questo processo formativo sia importante per tutti i colleghi che vogliano crescere culturalmente e professionalmente su questa linea di attività.”
I contenuti della 3 giorni abbracciano temi vastissimi che riguardano sia il dolore acuto che il dolore cronico. Si va dall’uso degli ultrasuoni alle tecniche locoregionali, dai setting specifici per soggetti fragili (pediatrico e anziano), all’approfondimento sugli oppioidi ed alla neurostimolazione midollare, andando a cogliere anche aspetti a volte sottovalutati, come quello della comunicazione con il paziente e le famiglie, sia nei percorsi perioperatori che nelle cronicità.
Viene ovviamente affrontato anche il tema del COVID-19, con proposte e suggerimenti presentate da SIAARTI a Istituzioni e SSN: “La rete della medicina del dolore ha sofferto molto per il COVID-19”, commenta Marinangeli. “E questo è accaduto proprio perché tanti algologi sono stati risucchiati nella gestione dell’emergenza pandemica, con il risultato che purtroppo i pazienti sono stati poco seguiti negli ultimi 14 mesi. Ne parleremo nei lavori congressuali anche in rapporto ai nuovi modelli organizzativi possibili. L’emergenza ci ha infatti stimolato a trovare nuove soluzioni ed in questo senso il telemonitoraggio e la telemedicina nella gestione del dolore possono essere considerati strumenti particolarmente efficaci.”