Telemedicina per una migliore gestione del diabete

Maggiore continuità assistenziale, migliore qualità di vita e, al contempo, risparmio in termini di spesa sanitaria; una più semplice e immediata comunicazione medico-paziente che supera il problema della distanza e riduce il numero delle visite ambulatoriali; maggiore interscambio di dati per cure sempre più personalizzate ed efficaci. Questi i potenziali benefici della telemedicina per la gestione di patologie croniche, come la “malattia del sangue dolce”. A tale proposito, l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) condurrà uno studio multicentrico randomizzato per misurare in concreto l’impatto di un sistema di “telecare” per il controllo del rischio metabolico e cardiovascolare in 1.000 pazienti con diabete tipo 2 e diabete gestazionale. Di questo si è discusso al Convegno AMD “Telemedicina e Diabete: Uno Sguardo al Futuro?”, nel corso del quale, alla presenza di Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, diabetologi provenienti da tutt’Italia fanno il punto in merito all’applicazione dell’Internet of Everything nell’ambito dell’assistenza sanitaria.

“Per una gestione più sostenibile di importanti patologie croniche, come il diabete, l’assistenza dovrà evolvere verso un approccio più razionale e moderno, indirizzandosi in remoto, grazie agli strumenti offerti oggi dalle tecnologie digitali”, dichiara Domenico Mannino, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi. “Su questo tema, AMD ha ritenuto fondamentale prevedere un momento di formazione e di confronto tra diabetologi, categoria di specialisti che sempre di più in futuro sarà chiamata a confrontarsi con la sfida della telemedicina. In linea con gli indirizzi forniti dal Piano Nazionale della Cronicità e dal Piano Nazionale per la Malattia diabetica, i sistemi sanitari regionali sono chiamati a una profonda riorganizzazione dell’assistenza per le patologie croniche, secondo i principi del ‘chronic care model’ che prevede l’empowerment del paziente e una sua elevata capacità di autogestione della malattia, grazie a un adeguato percorso educativo e al supporto della telemedicina. Per questo – prosegue Mannino – AMD intende approfondire, attraverso uno studio multicentrico randomizzato, se l’uso di un sistema di telecare domiciliare, che rende i pazienti in grado di monitorare valori di glicemia, peso e pressione arteriosa, possa migliorare il controllo glicemico e il profilo di rischio cardiovascolare, rispetto alle normali modalità di gestione da parte del servizio di diabetologia. L’obiettivo è realizzare uno dei più ampi studi al mondo sulla telemedicina, coinvolgendo quasi 1.000 soggetti con diabete tipo 2 e diabete gestazionale. Inoltre, andremo a misurare l’impatto del sistema di telecare rispetto all’usual care su numerosi outcome clinici e umanistici e sul consumo di risorse sanitarie. Il nostro auspicio – conclude Mannino – è dimostrare con un approccio metodologico rigoroso che la telemedicina può funzionare su un numero elevato di centri e pazienti. Qualora i risultati della sperimentazione confermassero l’efficacia e la sicurezza attese dal sistema, questo potrebbe essere implementato nella normale pratica clinica, nell’ambito delle attività e delle strategie di miglioramento dell’assistenza promosse da AMD.”