“Tamponi negativi”, in molti casi riguardano persone non sospette

Attualmente il rapporto tra tamponi eseguiti e persone positive sarebbe di 1 nuovo caso ogni 29 esami effettuati. Tuttavia tale rapporto potrebbe essere “basso” perché sono molti i tamponi che vengono eseguiti su persone non sospette per COVID-19. In Italia, infatti, presso tutti gli ospedali, prima di ogni intervento chirurgico, per tumore, e quindi di elezione, oppure di urgenza – che comunque vengono eseguiti, anche se in forma ridotta per via dell’emergenza – a seconda delle varie discipline chirurgiche (chirurgia generale, neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia toracica, vascolare, ortopedica, otorinolaringoiatrica, maxillofacciale, urologica, etc.) vengono eseguiti, per ogni paziente, almeno 2 tamponi. Ebbene, tutti i pazienti sottoposti a intervento per queste varie discipline, che entrano in ospedale per tutt’altro motivo e quindi non per sospetto COVID-19, devono eseguire un tampone prima dell’intervento e uno prima delle dimissioni. Dunque anche il volume di questi tamponi, eseguiti ogni giorno su soggetti che non presentano un sospetto contagio per COVID-19, incide su quelle variazioni che giorno per giorno si registrano e che di fatto giustificano solo in parte le interpretazioni con cui si afferma talvolta che “oggi i casi positivi aumentano perché sono stati eseguiti più tamponi” o viceversa “i casi positivi sono in discesa nonostante l’elevato numero di tamponi”.

Certamente – oltre agli ovvi motivi per i quali questo tipo di screening si rende necessario in ambito preoperatorio – per il fatto stesso di essere eseguiti, questi tamponi contribuiscono ad aumentare la copertura del campione, ma è importante sottolineare come, proprio perché effettuati non per un sospetto rischio di contagio, si tratti di casistiche che nella stragrande maggioranza dei casi difficilmente contribuiranno in modo significativo a individuare casi positivi.