
Nonostante i richiami delle Associazioni all’Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale, il 23 dicembre 2023 la Giunta di Regione Lombardia ha deliberato all’unanimità il taglio sulle Misure B1 e B2, relative alla disabilità gravissima e grave, finanziate da risorse statali del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (FNA) e con risorse regionali. La decisione – avvertono le Associazioni – colpisce duramente il sostegno ai caregiver familiari, che ogni giorno assistono persone con disabilità gravi o gravissime: a partire dal 1° giugno 2024, oltre 7mila persone con disabilità gravissima che vivono in Lombardia vedranno decurtato da 650 a 400 euro mensili il proprio contributo per l’assistenza domiciliare; coinvolte inoltre anche 10mila persone con disabilità grave, che ricevono contributi per la propria assistenza dai Comuni.
“Siamo molto delusi perché in questi mesi abbiamo sottolineato più volte la situazione ma le criticità sono state ignorate”, dichiara Marco Rasconi, presidente nazionale Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare UILDM. “Abbiamo ribadito più volte negli anni che il caregiver è una risorsa fondamentale che ha bisogno di protezione e aiuto. Questa delibera pone in difficoltà chi si occupa delle persone con disabilità e le persone con disabilità stesse, sottraendo risorse a una risposta fondamentale e insostituibile. Ancora una volta – continua – le famiglie che hanno a che fare con una disabilità grave o gravissima sono messe in grave difficoltà. UILDM si unisce a AISLA, Ledha e alle realtà del Terzo Settore che si sono già espresse su questa situazione per chiedere un intervento immediato – anche da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – per poter garantire almeno la continuità degli interventi in atto e non peggiorare ancora.”
Stando a quanto comunicato dalla Regione, la parte di contributo economico ridotto verrà convertito in servizi erogati dai Comuni. Tuttavia, sottolineano le Associazioni – il piano di assistenza appare insufficiente, in quanto tali servizi non sarebbero in grado di coprire in modo adeguato i bisogni di una persona con disabilità grave: ad esempio, spiegano, il costo orario del personale messo a disposizione dalla Regione ai Comuni per garantire assistenza igienico-sanitaria a una persona completamente paralizzata non copre nemmeno 3 giorni al mese.
“Come è possibile – prosegue il comunicato UILDM – con dati e numeri di questa portata poter solo pensare di essere liberi di scegliere come organizzare la propria vita? Dare risposte a queste famiglie e alle persone con disabilità grave e gravissima è un’urgenza sia di ordine pratico e concreto ma anche culturale. Mettere al centro le persone significa garantire prima di tutto la loro dignità. Anche UILDM lancia quindi l’appello al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali perché risponda positivamente alla richiesta di Regione Lombardia di poter rinviare l’attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza.”