
In Italia, nel 2024 si sono verificati 1.045 casi di morbillo e 3 decessi di bambini per pertosse. E mentre solo in Europa l’RSV causa ogni anno circa 3milioni di casi di infezione respiratoria acuta tra gli over60, con 270mila ricoveri ospedalieri e quasi 20mila decessi. Senza contare che nel vecchio Continente il 90% degli adulti ha già contratto il virus della varicella, la cui riattivazione potrebbe dar luogo alla sintomatologia dell’Herpes zoster, il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, con conseguenze potenzialmente serie.
Tra le molte azioni possibili, la principale resta la vaccinazione, “strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali”. E nel caso dei pazienti fragili, si traduce in un autentico strumento salvavita, riducendo le esacerbazioni e stabilizzando la funzione polmonare di chi ne soffre, ribadiscono AIPO-ITS/ETS, SIMIT, SIP/IRS e SItI siglando un Documento Nazionale che contiene raccomandazioni e evidenze scientifiche sulle strategie di vaccinazione nelle malattie respiratorie, con particolare riferimento ai pazienti cronici.
Il Documento – presentato da Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri AIPO-ITS/ETS, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali SIMIT, Società Italiana di Pneumologia SIP/IRS e Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica SItI – riassume le raccomandazioni comuni delle 4 Società scientifiche sulla vaccinazione contro i principali agenti patogeni respiratori, tra cui virus respiratorio sinciziale, influenza, SARS-CoV-2, Streptococcus pneumoniae e virus della varicella-zoster VZR, che comportano seri rischi per gli individui con condizioni respiratorie croniche e una pressione notevole sul Servizio Sanitario Nazionale.
“In molte malattie respiratorie, asma e BPCO per citare le più frequenti, le infezioni sono causa di peggioramento dei sintomi, di accessi al Pronto Soccorso, di ospedalizzazioni e di uso di antibiotici e steroidi”, dichiara Claudio Micheletto, presidente AIPO-ITS/ETS, direttore UOC Pneumologia, AOU Integrata, Verona. “Le infezioni, inoltre, causano un peggioramento persistente della funzionalità respiratoria ed aumentano la mortalità. Per questo, oltre a dare precise indicazioni sul trattamento farmacologico delle malattie respiratorie, i documenti di indirizzo considerano la vaccinazione quale strumento fondamentale per evitare complicanze.”
“Il management del paziente respiratorio cronico deve essere strutturato con un approccio globale, di tipo ‘olistico’ che consideri oltre al trattamento delle riacutizzazioni e alla stabilizzazione della malattia, la strategia vaccinale come elemento fondamentale di un unico percorso di prevenzione e cura”, afferma Roberto Parrella, presidente SIMIT, Direttore UOC Malattie Infettive ad indirizzo respiratorio, AORN Ospedali dei Colli, Monaldi-Cotugno-CTO, Napoli.
“I microrganismi più comuni e pericolosi includono sia virus, come quello influenzale, il SARS-CoV-2 e il virus respiratorio sinciziale, sia batteri, tra cui lo pneumococco”, dichiarano Fabiano Di Marco, presidente SIP/IRS, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano, direttore UOC Pneumologia, ASST Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, e Fabrizio Luppi, delegato SIP/IRS, direttore SC Pneumologia, Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza (MB). “Anche l’Herpes zoster risulta una condizione temibile in pazienti fragilii.”
“La vaccinazione – conclude Luigi Vezzosi, segretario generale SItI, dirigente medico UOS Prevenzione delle Malattie Infettive, ATS Val Padana, Cremona – oggi più che mai, non è solo una scelta individuale, ma un atto di responsabilità collettiva e uno strumento chiave per la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario.”