
Nelle pazienti operate di tumore della mammella, il miglioramento di alimentazione e stili di vita comporta una diminuzione del rischio di recidive e di sviluppare metastasi. Lo rivelano i dati del Progetto Diana 5, studio di intervento multicentrico, controllato e randomizzato, coordinato dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Campus Cascina Rosa. Le duemila pazienti operate al seno e coinvolte nello studio hanno adottato un’alimentazione basata sul consumo di cereali integrali, legumi, verdure di stagione, frutta fresca e semi oleaginosi, e povera di cereali raffinati, zuccheri e carni rosse e conservate. Allo stesso tempo, hanno modificato lo stile di vita, introducendo quotidianamente un’attività fisica moderata come, ad esempio, trenta minuti di camminata a passo veloce. Nelle donne già operate al seno, questo cambiamento prolungato di abitudini si è tradotto in una riduzione dei fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza di recidive e metastasi.
Lo studio
Fra 2353, ben 1672 avevano un alto rischio endocrino-metabolico di sviluppare recidive. Ciascuna persona, ritenuta idonea, è stata seguita dai ricercatori dell’INT per 5 anni. “I fattori di rischio che abbiamo preso in considerazione – afferma la dott.ssa Anna Villarini, biologa e nutrizionista dell’INT – sono stati quattro: la presenza della sindrome metabolica, alti livelli di testosterone, elevati valori d’insulina e avere recettori ormonali estrogeno-negativi”. Divise in due gruppi, d’intervento e di controllo, le volontarie sono state informate sull’importanza di modificare alimentazione e fare attività fisica regolare. Solo le donne rientrate nel gruppo di intervento sono state aiutate nel cambiamento attraverso corsi di cucina, pasti comunitari e conferenza. Il 20% delle donne partecipanti al Progetto Diana 5 presentava Sindrome Metabolica (SM) al momento del reclutamento. “La SM è un insieme di fattori di rischio che aumentano il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, tumorali, diabete e altre patologie cornico-degenerative. Si fa diagnosi di SM quando sono presenti 3 su 5 fattori di rischio: obesità addominale, pressione arteriosa elevata, bassi livelli di colesterolo ‘buono’ HDL, elevati livelli di glicemia e trigliceridi. Dalle analisi – sottolinea Villarini – emerge che le donne con Sindrome Metabolica hanno un rischio quasi doppio di avere recidive e metastasi rispetto alle donne senza SM e tra le raccomandazioni le più importanti sembrano essere mangiare principalmente cibi vegetali tra cui cereali integrali e legumi e fare ogni giorno almeno 30 minuti di attività fisica.”