La Food and Drug Administration ha dato il via libera all’autorizzazione d’emergenza per il vaccino di Johnson&Johnson. Si tratta di un vaccino monodose che sarebbe efficace anche contro le varianti. “Questa è una fantastica notizia per tutti gli americani, nonché uno sviluppo incoraggiante nei nostri sforzi per porre fine alla crisi”, dichiara il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. In uno studio pubblicato su Nature a fine luglio veniva evidenziato come il vaccino, basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26), avesse indotto una forte risposta immunitaria, riuscendo a prevenire infezioni successive. “Il nostro vaccino contro il SARS-CoV-2 ha dato luogo ad una forte risposta anticorpale e ha fornito una protezione completa o quasi completa con una singola dose”, dichiarava Paul Stoffels, M.D., vice presidente del Comitato Esecutivo e chief scientific officer di J&J, evidenziando appunto come, a differenza degli altri, questo vaccino sia efficace in regime monodose.
Secondo Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, le prime dosi del vaccino Johnson&Johnson in Italia potrebbero arrivare in aprile, non appena riceverà l’ok dell’Ema, l’autorità regolatoria europea, e dell’Aifa, l’agenzia italiana. “Entro giugno potrebbero arrivare in Italia alcuni milioni di dosi e 27milioni entro dicembre”, aggiunge Scaccabarozzi intervenendo al programma Mezz’Ora in Più, condotto da Lucia Annunziata in onda su Raitre. “Il vaccino monodose di Johnson&Johnson è un vaccino in più. Ne dobbiamo avere diversi, perché c’è una domanda importante. Con la Commissione Europea c’è un accordo di prelazione per 200 milioni di dosi fino alla fine dell’anno e, di questi, 27milioni sono per l’Italia. Contiamo già nel secondo trimestre di consegnare alcune dosi, da aprile. Ma il grosso avverrà nel secondo semestre.”
“Il vaccino di Johnson&Johnson funziona con una dose singola; non ha bisogno di richiami e non necessita di grosse catene del freddo, perché può essere conservato in un frigorifero comune”, ribadisce Scaccabarozzi. “A fine anno potremmo immaginare di avere una produzione italiana, o quantomeno una partecipazione alla produzione anche da parte italiana.”