Spermatozoi a rischio anche con creme, profumi e shampoo

In particolare, molti studi epidemiologici hanno osservato che i fattori ambientali e l’esposizione ad agenti chimici incidono sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi. Un recente studio italiano, pubblicato sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology, ha valutato l’impatto dell’inquinamento sulla salute maschile, rivelando dati allarmanti e inequivocabili sulla vitalità e fertilità del seme maschile di chi vive in aree gravemente inquinate come Taranto o la Terra dei Fuochi, a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, comparato con quello di chi abita in zone della stessa regione non considerate a rischio. L’evidente differenza tra i due campioni esaminati ha dimostrato che, sia i lavoratori delle acciaierie sia i pazienti che vivono in un’area altamente inquinata, mostrano una percentuale media di frammentazione del DNA dello sperma superiore al 30%, evidenziando un chiaro danno spermatico. I ricercatori hanno suggerito che la valutazione del DNA dello sperma possa essere sia un indicatore della salute individuale e della capacità riproduttiva sia un dato adeguato per connettere l’ambiente circostante ai suoi effetti.

“Gli iperfluorati (usati in una varietà di prodotti di consumo), gli ftalati (impiegati nei giocattoli per bambini), i parabeni (usati soprattutto nei profumi e nei saponi) e il bisfenolo A (utilizzato per la produzione di plastiche quotidiana) sono solo alcuni esempi dei moltissimi agenti e sostanze inquinanti che ogni giorno impattano sulla nostra vita”, dichiara Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma. “A questi vanno aggiunti i fumi tossici (diossina) sviluppati dall’incendio di materiale plastico ma soprattutto i parabeni, presenti in profumi, saponi, shampoo e creme per il corpo”, commenta il prof. Aldo Franco De Rose, Specialista Urologo e Andrologo e Presidente dell’Associazione Andrologi Italiani. La loro caratteristica principale è quella di essere potenti battericidi e fungicidi e di consentire, dunque, un’eccezionale capacità di conservazione di questo tipo di prodotti.