Specialista e Medico di medicina generale uniti nella lotta al diabete

Il diabete è una malattia cronica che colpisce 5 milioni di italiani, tra casi diagnosticati e persone malate che non sanno di esserlo, con un onere economico di oltre 20 miliardi di euro l’anno tra costi sanitari e sociali. L’importanza della diagnosi precoce e tempestiva, la presa in carico condivisa e l’accesso all’innovazione terapeutica sono stati i temi chiave discussi durante l’evento Conn@ction in Diabetes, che si è tenuto a Firenze all’inizio di febbraio. Per garantire una diagnosi precoce del paziente, il modello vincente è un’integrazione tra lo specialista e il medico di medicina generale. Tali sinergie garantirebbero non solo una riduzione dei costi ma soprattutto il ritardo del verificarsi di comorbidità. “Questo tipo di strategia – afferma il prof. Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Economia Politica dell’Università di Roma Tor Vergata – avrebbe un impatto importante in termini di riduzione di costi diretti e indiretti tanto per il sistema sanitario nazionale che per il sistema sociale e previdenziale. All’aumentare delle comorbidità i costi aumentano in maniera più che proporzionale; ridurre quindi l’impatto delle comorbidità grazie a queste nuove strategie gestionali di integrazione potrebbe generare una riduzione di costi totali annui pari a circa 1 miliardo di euro. Per quanto riguarda i costi diretti sanitari, un discorso di presa in carico precoce del paziente e di prevenzione potrebbe generare una riduzione di costi pari a 380 milioni.”

Considerato questo modello, il ruolo del medico di medicina generale nella gestione del paziente diabetico diventerebbe di prima linea, consentendo non solo la prescrizione di farmaci innovativi ma anche la gestione del follow-up del paziente, il monitoraggio dell’aderenza ai trattamenti e al percorso di cura, al fine di ottimizzare la terapia e il trattamento. “Un modello che risalti il ruolo del medico di medicina generale consentirebbe una più completa gestione del paziente diabetico poiché metterebbe al centro l’interesse del paziente stesso. La possibilità di prescrivere ai pazienti farmaci innovativi comporterebbe numerosi vantaggi sia per la cura del paziente sia per il sistema sanitario nel suo complesso”, afferma il dott. Claudio Cricelli, Presidente SIMG-Società di Medicina Generale e delle Cure Primarie.

“L’integrazione delle attività è fondamentale. La presenza di tutti gli attori ci garantisce di poter intervenire in modo più completo perché il diabete è una patologia complessa che richiede interventi in diversi setting assistenziali, da quello ospedaliero a quello ambulatoriale che è abituale per la cronicità”, afferma il prof. Domenico Mannino, Vice presidente Associazione Medici Diabetologi. “La nostra società ha sempre posto come cardine dell’assistenza al paziente diabetico il concetto di team, cioè la collaborazione di tutte le figure sanitarie e non che possono ruotare intorno agli interessi del paziente, ma la possibilità di gestione per gli operatori sanitari deve essere il più possibile paritaria garantendo che, a qualsiasi punto del percorso la persona con diabete acceda, si trovi davanti alle stesse possibilità di cura. È impensabile continuare ad impedire al MMG di prescrivere farmaci innovativi efficaci e sicuri lasciandogli come possibilità terapeutiche farmaci ultra-datati e potenzialmente dannosi.”

L’accessibilità ai farmaci innovativi è un altro aspetto importante nella cura e nella presa in carico dei pazienti diabetici. “Oggi noi abbiamo la possibilità di avere dei farmaci estremamente sicuri e efficaci nel trattamento del diabete”, afferma il prof. Giorgio Sesti, Presidente Società Italiana di Diabetologia. “Questo ci consente di raggiungere un target terapeutico particolarmente ambizioso, riducendo le possibili complicanze derivanti dal diabete. Quindi la possibilità di intervenire precocemente e intensificare il trattamento consente di tenere la malattia sotto controllo e di fare una vera prevenzione primaria.”