
La ricerca biomedica fa passi da gigante. Anche per i pazienti con stenosi aortica grave e ritenuti a elevato rischio chirurgico, la medicina offre oggi una nuova generazione di dispositivi per la sostituzione mininvasiva della valvola aortica per via percutanea (TAVI). Il nuovo sistema valvolare aortico Lotus Edge™ di Boston Scientific ha appena ricevuto il marchio CE ed è stato utilizzato per la prima volta con successo all’IRCCS Policlinico San Donato e al San Raffaele di Milano. La sostituzione della valvola nativa con una artificiale, con intervento a cuore aperto e bypass cardiopolmonare è, in molti casi, l’unica soluzione possibile in presenza di stenosi aortica. Questa patologia provoca l’ispessimento e l’irrigidimento dei lembi della valvola causando il restringimento dell’apertura valvolare e la conseguente riduzione della circolazione sanguigna. La patologia, che colpisce il 3% dei pazienti sopra i 65 anni e il 5% di quelli sopra i 75 anni, è determinata nella maggior parte dei casi dalla malattia calcifica degenerativa, cioè da un accumulo di calcio nei lembi valvolari. In Europa ci sono circa 1,2 milioni di pazienti affetti da stenosi aortica sintomatica severa.
Recenti indagini condotte in Europa hanno inoltre rilevato che circa 190.000 anziani affetti da stenosi aortica grave sono “candidati” alla procedura TAVI e che, ogni anno, circa 18.000 nuovi pazienti saranno ritenuti idonei a questa procedura. Molti pazienti sono però ritenuti non idonei o, comunque, a rischio elevato per l’intervento chirurgico. Per questa tipologia di pazienti l’unica soluzione terapeutica viene oggi dall’utilizzo di sistemi che consentono di inserire e posizionare la nuova valvola con un approccio mininvasivo.
Grande soddisfazione è stata espressa dai clinici che hanno eseguito i primi impianti nei due ospedali lombardi: “Abbiamo eseguito diversi impianti con Lotus Edge™ ed è stata un’importante esperienza”, dichiara il dott. Francesco Bedogni, Direttore Unità Operativa di Cardiologia del Policlinico S.Donato. “Rispetto alla prima generazione – prosegue Bedogni – sono aumentate la semplicità di utilizzo, la precisione di impianto e la predittività del risultato finale. Inoltre, la tecnologia Depth Guard™ è stata progettata per ridurre l’interazione della protesi con il sistema di conduzione elettrica del cuore, riducendo così l’incidenza di impianto di un pacemaker. In tutte le procedure eseguite finora infatti non ci sono state alterazioni del ritmo cardiaco. Questo, insieme alla stabilità emodinamica garantita dal funzionamento precoce della valvola protesica, ci permette di eseguire queste procedure in sicurezza e serenità.”
“Si tratta di un grande passo avanti nella gestione di questi delicati pazienti”, afferma il dott. Matteo Montorfano, Responsabile Laboratorio di Emodinamica del San Raffaele di Milano. “Il nuovo dispositivo garantisce precisione e accuratezza di impianto grazie alla possibilità di essere totalmente ricatturabile e riposizionabile in ogni fase dell’impianto. Inoltre, grazie alla tecnologia Adaptive Seal™ (una sorta di membrana che avvolge la protesi valvolare) è garantita la prevenzione del rischio di rigurgito valvolare, provato predittore di mortalità in questi pazienti. Non da ultimo – conclude Montorfano – con le migliorie apportate alla nuova versione Lotus Edge™ in termini di flessibilità e riduzione del diametro del catetere di rilascio, si amplia il numero di pazienti che potranno beneficiare di questo intervento percutaneo, mininvasivo. Esso potrà infatti essere esteso anche a malati con anatomie del tratto aortico tortuose e di calibro ridotto, beneficiando di risultati paragonabili alla chirurgia tradizionale in circolazione extracorporea.”