Chi dorme “a fondo” per più tempo, “si riprende prima dagli stimoli paurosi. A sostenerlo sono Itamar Lerner, della Rutgers University di Newark, nel New Jersey, e colleghi, in un articolo pubblicato sul Journal of Neuroscience. “In passato, gli studi sugli effetti del sonno, in particolare di quello REM, si sono concentrati sul ruolo nel trattamento della paura dopo che si è verificato un evento traumatico”, spiega Lerner. “Questo è il primo studio sull’uomo che mostra come il sonno regolare prima di essere esposti a una situazione di paura può influire sulla futura formazione della memoria dell’evento.”
Dopo aver sottoposto i partecipanti allo studio a uno stimolo pauroso, è stato osservato che l’attivazione di tutte e tre le regioni cerebrali prese in considerazione sarebbe stata inversamente correlata alla media del tempo trascorso nel sonno REM. Durante lo stimolo, l’ippocampo avrebbe modulato l’attività sia dell’amigdala che della vmPFC e il tempo medio passato nella fase REM sarebbe stato inversamente proporzionale all’interconnessione ippocampo/amigdala e ippocampo/vmPFC.
Quando gli individui stanno imparando ad avere paura di certi stimoli, coloro che hanno avuto più sonno REM avrebbero sperimentato minore attività a livello dell’amigdala, il “centro della paura” del cervello, e altre aree cerebrali responsabili della formazione e della regolazione della memoria, tra cui ippocampo, e vmPFC. “I nostri risultati – dichiara Lerner – possono avere implicazione nel comprendere e prevenire i disturbi dell’umore e l’ansia. Dal momento che una delle manifestazioni del disturbo da stress post-traumatico è il sonno disturbato, soprattutto quello REM, potrebbe essere che le anomalie del sonno non siano solo un sintomo, ma potrebbero contribuire a perpetuare le paure.”