SiUst: “Italia senza Piano maxiemergenze con ustionati”

“Se in Italia dovesse capitare un incidente con molti ustionati ci troveremmo in grande difficoltà, perché non risulta essere presente un Piano di preparazione e risposta specifico per le gestione di un burn mass casualty incident (BMCI)”, dichiara Antonio Di Lonardo, direttore del Centro Grandi Ustioni di Pisa e presidente della Società italiana Ustioni SiUst. “L’esplosione ferroviaria di Viareggio del 2009 – una strage in cui persero la vita 32 persone e con oltre 100 feriti – ci ha palesato i limiti del nostro sistema di risposta sanitaria a questa peculiare maxiemergenza. La SiUst si è da tempo resa conto dell’urgente necessità di disporre di un piano nazionale per BMCI; adesso – afferma – anche le nostre Istituzioni dovrebbero fare altrettanto.”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato nel 2020 una raccomandazione internazionale chiedendo a ogni Paese di realizzare un Piano Nazionale specifico per BMCI, coinvolgendo gli esperti nazionali di ustioni e i centri di cura. “L’esplosione di un condomino o un incidente industriale possono già compromettere il nostro sistema di risposta sanitaria, visto il limitato numero di centri, posti letto e medici specializzati nel trattamento delle ustioni”, continua Di Lonardo. “La guerra in Ucraina e le conseguenti tensioni geopolitiche internazionali impongono di agire in fretta ed essere preparati. Non è in discussione la tempistica con cui giungono i numerosi soccorsi – precisa – ma la qualità degli stessi: di fronte a un gran numero di pazienti che hanno bisogno di interventi specialistici mirati e immediati, è fondamentale che i soccorritori abbiano idea di come metterli subito in sicurezza e su come smistarli con un corretto triage per indirizzarli nel setting assistenziale più corretto e adeguato alle rispettive necessità. Tutto ciò non può prescindere da un preciso programma di formazione del personale, dal coordinamento dei soccorsi ad opera di una centrale unica nazionale in grado di dirigere da remoto tutte le forze in campo. Nello stesso tempo è importante avere la possibilità di espandere la ricettività ospedaliera oltre le attuali limitate capacità di accoglienza dei Centri Ustioni. Sarebbe necessario – conclude – disporre di squadre di specialisti sulle ustioni pronte ad intervenire nel giro di poche ore sul luogo dell’incidente per aiutare i soccorritori e supportare le cure dei pazienti meno compromessi, dirottati negli ospedali territoriali privi di centro ustioni.”