Sintomi dell’artrite psoriasica. Ne parliamo con il prof. Maurizio Rossini

CHE COS’È L’ARTRITE PSORIASICA E QUAL È IL SUO LEGAME CON LE PATOLOGIE CHE COMPONGONO IL SUO NOME (ARTRITE E PSORIASI)?

“Come dice il termine si tratta di un’infiammazione delle articolazioni spesso, ma non sempre, associata alla malattia cutanea e delle unghie chiamata psoriasi”, spiega Maurizio Rossini, professore di Reumatologia presso l’Università degli studi di Veron. “In realtà l’infiammazione coinvolge anche importanti strutture vicine alle articolazioni chiamate entesi, zone di inserzione sulle ossa dei tendini, dei legamenti e delle capsule articolari. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica, anzi progressiva, dovuta ad alterazioni del sistema immunitario favorite da fattori genetici ed ambientali, che può portare ad importante disabilità fisica. Colpisce in ugual misura donne e uomini, più spesso adulti ancora in giovane età.”

QUALI SONO I SINTOMI DELL’ARTRITE PSORIASICA E COME SI RICONOSCE RISPETTO AD ALTRE FORME DI INFIAMMAZIONE ARTICOLARE?

“I sintomi sono estremamente variabili: si tratta prevalentemente di dolore, rigidità e gonfiore delle articolazioni, in particolare alle ginocchia, ai piedi, ai gomiti, alle mani o ai polsi ma molte altre articolazioni possono essere coinvolte, anche a livello della colonna vertebrale. Si riconosce rispetto ad altre artriti perché è più frequentemente asimmetrica, può interessare tipicamente un intero dito (dattilite o “dito a salsicciotto”) e si può manifestare con entesiti, infiammazioni che colpiscono l’inserzione di un muscolo su un osso, in particolare a livello del calcagno o del gomito. Inoltre può provocare alterazioni delle ossa e calcificazioni periarticolari e spesso si associa a manifestazioni extra-articolari come ad esempio la psoriasi, alterazioni delle unghie od arrossamento degli occhi, malattie cardiovascolari, obesità, diabete, nevrosi e depressione.”

ATTUALMENTE QUALI SONO LE OPPORTUNITÀ TERAPEUTICHE DISPONIBILI? E QUALI BENEFICI SONO IN GRADO DI APPORTARE AI PAZIENTI?

“Le opzioni terapeutiche sono varie e dipendono dalle diverse e prevalenti manifestazioni cliniche della malattia e dalla loro estensione e gravità nel singolo paziente. Si va dalle infiltrazioni locali con corticosteroidi all’uso di farmaci anti-infiammatori sistemici, dall’uso di immunosoppressori convenzionali a quello di immunomodulatori sintetici o biotecnologici sempre più mirati alla luce delle crescenti conoscenze sulla patogenesi della malattia. I trattamenti disponibili sono variamente in grado di ridurre il numero delle articolazioni dolenti e tumefatte, di ridurre i segni di infiammazione e la progressione spesso irreversibile del danno delle articolazioni e di ridurre l’estensione della psoriasi, spesso causa di inestetismi e di disagio.”

QUANTO È IMPORTANTE, NEL TRATTAMENTO DELLA PATOLOGIA, L’ADERENZA ALLA TERAPIA?

“L’aderenza alla terapia è importante quanto l’efficacia della terapia e senza una buona aderenza l’efficacia e quindi l’utilità di un trattamento nella vita reale possono essere compromesse. L’aderenza, cioè la persistenza e la corretta assunzione del trattamento consigliato, deriva soprattutto dalla praticabilità della terapia, dal beneficio valutabile e percepito dal paziente e dalla tollerabilità del farmaco.”

È POSSIBILE AFFERMARE CHE I TRATTAMENTI DISPONIBILI CONTRIBUISCONO AL RECUPERO DELLE NORMALI ATTIVITÀ QUOTIDIANE?

“I trattamenti disponibili, grazie al sollievo dal dolore, allo spegnimento dell’infiammazione, alla inibizione della progressione del danno articolare ed alla riduzione delle lesioni psoriasiche sono in grado di ridurre la disabilità e di migliorare la qualità della salute e della vita. Il paziente può tornare a vestirsi e lavarsi con facilità e può riprendere pienamente la sua attività lavorativa e sociale, a patto che la diagnosi sia stata precoce e l’intervento terapeutico appropriato. Il trattamento migliore è preferibilmente quello che consente il raggiungimento combinato del maggior numero di obbiettivi terapeutici nel singolo paziente, cioè che gli risolve il più possibile il maggior numero di problematiche correlate alla malattia.”