“Sindrome da rientro. Come riconoscerla per affrontarla più serenamente”

Ritornare ai ritmi quotidiani non è per tutti “indolore”. In brevissimo tempo bisogna modificare di nuovo il proprio stile di vita, recuperando le abitudini “dimenticate” durante il riposo, come programmare la sveglia per iniziare le giornate di buon’ora, riprendere quella quotidianità fatta di impegni, orari, scadenze e riaprire l’agenda con i punti lasciati in sospeso prima delle ferie. Tutte attività che, dopo settimane di riposo e una pausa prolungata dal lavoro, possono generare quella che comunemente viene definita sindrome da rientro, vale a dire quell’insieme di sentimenti negativi – tra i quali irritabilità, tristezza, ansia – che possono essere sperimentate e che spesso si manifestano insieme a disturbi fisici legati allo stress fisico e mentale dovuto alla ripresa delle abitudini di sempre, così facili da modificare invece in vacanza. A tal proposito, Assosalute, Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione, parte di Federchimica, ricorda alcuni dei disturbi più comuni che si possono riscontrare in questo periodo, con suggerimenti utili per le giuste misure di prevenzione e i rimedi da adottare, anche grazie al ricorso responsabile ai farmaci da banco, riconoscibili per la presenza del bollino rosso che sorride sulla confezione.

MAL DI TESTA E DISTURBI GASTROINTESTINALI SONO LE RISPOSTE ALLO STRESS DA RIENTRO

Il mal di testa è tipicamente il primo disturbo a comparire. Si tratta in genere di cefalea tensiva: si presenta con un dolore sordo e persistente di durata variabile (da mezz’ora fino ad alcuni giorni). La sensazione di disagio è spesso descritta come una pressione o una fascia stretta attorno alla fronte, quasi come se si indossasse un elmetto troppo stretto. Talvolta, la pressione e la sensazione dolorosa possono estendersi alla parte posteriore della testa o al collo, amplificando ulteriormente il disagio. Le cefalee di questo tipo sono proprio il risultato dello stress e dell’ansia e, in questo caso, sono un segnale di adattamento alla ripresa repentina del ritmo della vita lavorativa.

Per prevenire crisi di cefalea tensiva, sarebbe meglio, i primi giorni di lavoro, fare pause frequenti variando, se possibile, la tipologia di attività (ad esempio, lavoro al PC, riunioni, telefonate). Se il lavoro lo consente, meglio aumentare il ritmo progressivamente. Inoltre, nonostante il riposo, il rientro spesso si caratterizza per un senso di stanchezza eccessivo che si accompagna al mal di testa: difficoltà di concentrazione, “lentezza” mentale, affaticamento sono ulteriori segni di adattamento dell’organismo al cambiamento.

Il ritorno dalle vacanze può causare anche disturbi gastrointestinali per vari motivi. Prima di tutto, durante le ferie, ancor più se si è scelta una meta lontana ed esotica, molti tendono a modificare la propria dieta, consumando cibi e bevande che normalmente non fanno parte della propria routine alimentare. Questi cambiamenti possono causare fastidi nei ritmi intestinali quando si ritorna alla dieta abituale. Inoltre, il rientro al lavoro significa per molti tornare a “pause-caffè” accompagnate da snack dolci o salati, e a pasti veloci e non sempre equilibrati, tipici di un pranzo consumato in fretta, talvolta davanti al PC, senza dedicare la giusta attenzione e il tempo corretto a un momento importante della giornata. La ripresa di queste cattive abitudini può avere ripercussioni su stomaco e intestino: il cibo ricco di zuccheri, grassi e sale, può alterare l’equilibrio dei batteri nell’intestino causando così squilibri nella flora intestinale. Inoltre, anche lo stress determinato dal rientro può avere un impatto significativo sul sistema gastrointestinale, aggravando anche condizioni quali la sindrome dell’intestino irritabile e il reflusso gastroesofageo accompagnati da sensazioni di nausea, dolori addominali, gonfiore, bruciore di stomaco e talvolta difficoltà digestive.

Per prevenire o mitigare i sintomi – ricorda Assosalute – è importante adottare un approccio proattivo, in cui è fondamentale, innanzitutto, sforzarsi di avere una dieta quanto più possibile equilibrata e sana, senza dimenticare di fare un esercizio fisico regolare che aiuta la motilità intestinale.

RIENTRO ALLA SCRIVANIA: DOLORI MUSCOLARI E OCCHIO SECCO

Le ferie rappresentano spesso il momento dell’anno in cui ci si muove di più: si fa più sport, si cammina di più e, soprattutto, non si passano ore alla scrivania. Per molti, tornare al lavoro significa invece restare seduti per ore davanti a un PC, generando tensioni e dolori muscolari. Il ritorno alla sedentarietà si accompagna così a irrigidimento dei muscoli del collo e delle spalle e a mal di schiena, soprattutto se la postura è scorretta o l’ergonomia del luogo di lavoro è inadeguata. Anche in questo caso, lo stress e l’ansia del rientro possono aggravare l’insorgenza di tensione muscolari, specialmente nella zona del collo e delle spalle, dove tendiamo a “trattenere lo stress”. Per prevenire tensioni muscolari e mal di schiena è importante fare pause regolari per allungare e rilassare i muscoli, ruotando il collo di tanto in tanto; utilizzare sedie ergonomiche e adeguare l’altezza del monitor del computer per evitare di guardare in basso o in alto per lunghi periodi.

Il rientro al lavoro può comportare il ritorno alla sovraesposizione alle luci blu degli schermi di computer, tablet o smartphone, dispositivi comuni in molti lavori. Questo può portare a secchezza oculare, che si manifesta quando vi è un’insufficiente lubrificazione dell’occhio, con i sintomi che possono variare da lievi a gravi, come arrossamento, prurito, bruciore, fotofobia, visione offuscata e sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio. Per alleviare i sintomi, è consigliato fare pause frequenti dagli schermi (la cosiddetta regola 20-20-20: ogni 20 minuti, guardare un oggetto a 20 piedi di distanza – circa 6 metri – per 20 secondi) e mantenere una buona idratazione oculare.

STRESS POST-VACANZE: INFEZIONI E DISTURBI DEL SONNO

La sindrome post-vacanza è dunque un problema di “adattamento”. Non a caso, tristezza, nostalgia e talvolta angoscia, sono comuni quando un periodo positivo, quale quello delle vacanze, volge al termine. Ritornare al lavoro e alle incombenze di tutti i giorni può accompagnarsi a resistenza emotiva con effetti negativi sull’umore con senso di sopraffazione e ansia. Di conseguenza, il sistema immunitario può risentirne: quando ci sentiamo sotto pressione, può indebolirsi, facilitando l’insidiarsi di infezioni che normalmente riuscirebbe a debellare. Ciò si traduce in una maggiore vulnerabilità ad alcuni disturbi come il comune raffreddore. Non è infrequente ammalarsi infatti proprio nel periodo del rientro al lavoro dopo le vacanze.

Anche l’insonnia o la difficoltà a prendere sonno possono essere conseguenze del rientro al lavoro. Oltre che da eventuali fusi orario, durante le ferie, i ritmi del riposo vengono sovente modificati (si tende a svegliarsi e ad andare al letto più tardi) e il cambiamento repentino del ritmo circadiano imposto dal ritorno alle consuete abitudini può contribuire in modo sostanziale a interrompere i cicli di sonno. La situazione, anche in questo caso, può essere complicata dallo stress delle incombenze che il rientro porta con sé, che può compromettere la qualità del riposo.

Se possibile – continua Assosalute – prima del rientro al lavoro può essere utile “ritararsi progressivamente” sui ritmi consueti, cercando di anticipare la sveglia e il momento in cui ci si mette a letto, riposando un numero adeguato di ore.

QUANDO LA “SINDROME DA RIENTRO” DEVE PREOCCUPARE?

In genere, chi è affetto dalla sindrome da rientro sa che essa genera una serie di disturbi psico-fisici di breve durata. Tuttavia, in alcune persone può trasformarsi in stati ansiosi gravi, che possono manifestarsi come fobia sociale, soprattutto se il ritorno al lavoro implica interazioni sociali intense, sfidanti o difficili. Nei casi più gravi, la sindrome da rientro può portare a episodi di intensa angoscia, che possono sfociare addirittura in attacchi di panico. Se persistenti, tali reazioni possono essere debilitanti e richiedono l’intervento di un professionista della salute mentale. È quindi importante prendersi cura di sé stessi, cercando di gestire l’emotività con uno stile di vita sano per sostenere il sistema immunitario e affrontare al meglio il periodo di transizione. Ad esempio – ricorda ancora Assosalute – piccole attenzioni all’equilibrio mentale possono essere rivelarsi molto utili: al mattino o prima di coricarsi, la meditazione e, per chi lo pratica, lo yoga possono essere molto utili per gestire l’ansia e rilassare il corpo, aiutando a “calmare la mente” riducendo lo stress e promuovendo un senso di benessere generale.

Per gestire i sintomi della sindrome da rientro è importante ricorrere ai consigli del medico; in caso di sintomi solo lievi, può invece essere sufficiente l’automedicazione. Ecco i consigli di Assosalute per i disturbi più comuni associati alla sindrome da rientro:

  • MAL DI TESTA. In caso di mal di testa occasionale, è possibile ricorrere a farmaci ad azione analgesica e antidolorifica;
  • DISTURBI GASTROINTESTINALI. Per contrastarli, in caso di necessità, è possibile utilizzare diversi farmaci di automedicazione a seconda del disturbo predominante: lassativi in presenza di stitichezza occasionale, antiacidi contro acidità e bruciore di stomaco, fermenti lattici e procinetici per riequilibrare l’intestino e contrastare la digestione lenta, adsorbenti intestinali in caso di gonfiore addominale (aerofagia e meteorismo);
  • DOLORI MUSCOLARI E MAL DI SCHIENA. I farmaci di automedicazione ad azione antinfiammatoria o miorilassante possono essere impiegati sotto forma di gel, creme, pomate o cerotti oppure per via generale, come compresse o bustine;
  • OCCHIO SECCO. Farmaci di automedicazione per uso topico ad azione lubrificante, antisettica e antinfiammatoria;
  • INSONNIA E DISTURBI DEL SONNO. Se occasionali, farmaci a base blandi sedativi vegetali.