
La kangaroo care è attualmente considerata uno dei migliori interventi in termini di efficacia e di costi per promuovere il benessere dei neonati pretermine, per i suoi tantissimi benefici. Può ridurre la mortalità neonatale, aumenta i tassi di allattamento al seno, migliora la crescita ponderale e degli altri parametri antropometrici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la kangaroo care come cura di routine per tutti i neonati pretermine o di basso peso alla nascita, indicando come debba essere iniziata il prima possibile e durare per 8 o più ore al giorno, con sedute di almeno 2 ore. “Molto recentemente sono stati pubblicati nuovi studi sul valore neuroprotettivo di questa cura”, dichiara il prof. Massimo Agosti, presidente della Società Italiana di Neonatologia SIN. “La quantità di kangaroo care durante l’ospedalizzazione correla significativamente con migliori punteggi nelle scale di neurosviluppo a 12 mesi. Diversi meccanismi possono essere in gioco per spiegare le relazioni osservate tra il contatto pelle a pelle della KC e un miglior neurosviluppo: la riduzione dello stress e la regolazione autonomica, il miglior legame tra neonati e genitori durante la degenza che facilita la relazione, l’attenzione e l’apprendimento anche più tardi nella prima infanzia. Infine, fornendo una stimolazione neuronale positiva, può direttamente contribuire alla maturazione cerebrale e alle abilità neurocognitive.”
È realmente “un abbraccio che cura”, così come evidenziato anche dal claim della Giornata Mondiale della Kangaroo Care 2025, che ricorre il 15 maggio: “Tra le mie braccia, cresci”, con l’obiettivo di proteggere e nutrire ogni bambino attraverso il potere del contatto e il riconoscimento del profondo impatto della kangaroo care nel promuovere la guarigione, la stabilità e il benessere per tutta la vita del neonato.
La nascita pretermine e la degenza in Terapia Intensiva Neonatale TIN sono fonte di stress e preoccupazione per i genitori e la KG è uno degli approcci più adatti per ridurre lo stress di madri e neonati: studi recenti, ricorda la SIN, dimostrano che è infatti in grado di aumentare le capacità di resilienza delle madri e tale effetto positivo si conferma anche rispetto alla promozione a domicilio e su tutti i membri della famiglia. Vi è un effetto anche sull’incidenza di infezioni neonatali grazie all’aumento di produzione di latte materno, alla minore incidenza di ipotermia, al maggior tempo dedicato all’assistenza da parte della madre e ad una dimissione più precoce dall’Ospedale. Vi sono anche recenti evidenze che la pratica della KC consenta il trasferimento di un microbioma favorevole dalla madre al bambino, riducendo la colonizzazione con batteri patogeni.
“È noto come questa pratica moduli positivamente i livelli ormonali di ossitocina e cortisolo”, afferma il dott. Giuseppe Paterlini, segretario del Gruppo di Studio della Care Neonatale SIN. “Tali benefici sono stati recentemente dimostrati anche nel caso in cui il parto è avvenuto per taglio cesareo in emergenza: le mamme che hanno iniziato precocemente la kangaroo care hanno più alti livelli di ossitocina e minori livelli di cortisolo rispetto alle mamme cui non è stata fatta questa proposta precoce; inoltre, vi è una riduzione delle citochine proinfiammatorie nelle madri del gruppo KC, che può favorire una migliore guarigione della ferita chirurgica.”
Il proseguimento a domicilio della pratica, iniziata in Ospedale, è oggetto di riflessione e di studio in questi ultimi anni. Diversi autori hanno mostrato che la sollecitazione a proseguirla nei neonati prematuri, dopo la dimissione a casa, consente un miglior accrescimento ponderale e degli altri parametri antropometrici. Recentemente, un lavoro pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition indica come la promozione e il supporto della kangaroo care, anche dopo la dimissione, siano associati a una maggiore assunzione giornaliera di latte umano nei neonati di basso peso alla nascita. Tale dato sembra essere più rilevante nei neonati pretermine, rispetto a quelli a termine, e nei neonati piccoli per l’età gestazionale, rispetto a quelli di peso adeguato.
La comunità sanitaria mondiale riconosce un ruolo fondamentale alla kangaroo care per i benefici che apporta ai neonati prematuri e nei loro genitori; a partire da questo c’è un crescente interesse a studiarne l’applicazione anche ai neonati a termine e a quelli cosiddetti late preterm. Sino ad ora, ricorda ancora la SIN, i risultati indicano che la KG potrebbe presentare alcuni vantaggi, come la riduzione dei livelli di bilirubina neonatale, la riduzione degli effetti delle pratiche dolorose e una migliore prevenzione dell’ipotermia. Infine, in tutte quelle condizioni in cui non si possa allattare al seno, l’utilizzo della JG, come contatto pelle a pelle, può essere una valida alternativa per sostenere la crescita ottimale e lo sviluppo del bambino.