
Un disturbo che accomuna molti italiani e che risulta strettamente correlato alle cattive abitudini adottate quotidianamente, con ripercussioni significative sul benessere e la qualità di vita di chi ne soffre. Parliamo del mal di testa e delle conclusioni tratte dall’incontro di presentazione della Settimana di Prevenzione del Mal di Testa (in programma dall’8 al 14 maggio 2017), iniziativa promossa da Angelini con il contributo scientifico della Società Italiana di Neurologia (SIN), nell’ambito della seconda edizione della campagna di sensibilizzazione e prevenzione “I Mal di Testa Togliteli dalla Testa”. Un incontro che ha confermato quanto il mal di testa sia un disturbo estremamente diffuso tra la popolazione – sono 25,3 milioni le persone che ne soffrono nel nostro Paese – ma anche come stili di vita e abitudini quotidiane non corrette siano strettamente correlate all’insorgere del problema, con ricadute importanti sulla qualità di vita di chi ne soffre.
Evidenze supportate dai risultati dell’indagine condotta da GfK1 sulla diffusione del disturbo e dall’analisi dei dati “real-life” estrapolati dalla App iMalditesta, lo strumento creato nel 2016 per imparare a conoscere e monitorare le caratteristiche del proprio mal di testa e le correlazioni con fattori esterni, quali tensione, sedentarietà, qualità del sonno, assunzione di particolari cibi e molto altro. È soprattutto da questi dati che emerge un quadro di sofferenza significativa: il 68% di chi ha utilizzato stabilmente la App ha registrato almeno un episodio di mal di testa forte o molto forte, mentre 1 su 2 ha sofferto sia di mal di testa “normale” sia forte.
“La cefalea è una patologia tra le più diffuse nella popolazione, ma è talmente sottovalutata da non essere riconosciuta e trattata come tale. Essa può essere sintomo di una condizione di malattia severa o rappresentare essa stessa l’unica espressione di una condizione che peggiora sensibilmente la qualità della vita dei pazienti. Da questa mancanza di conoscenza del disturbo, delle cause scatenanti e dei trattamenti più adeguati, ne deriva una pericolosa trascuratezza che può evolvere nella cronicizzazione del disturbo”, commenta Leandro Provinciali, Presidente della Società Italiana di Neurologia. “Lo stile di vita ha un impatto importante sull’insorgere del mal di testa: sregolatezza alimentare e dei ritmi quotidiani, sedentarietà, stress, scarsa qualità del sonno, consumo eccessivo di alcolici sono solo alcuni dei comportamenti che possono scatenare episodi di cefalea che, se trascurati o non gestiti correttamente, a lungo andare possono richiedere l’intervento del neurologo per un trattamento specifico. Per questa ragione, è fondamentale trovare delle sinergie e promuovere iniziative che, come la Settimana di prevenzione del mal di testa, nascono con l’obiettivo di dare una corretta informazione sul disturbo e sensibilizzare all’adozione di abitudini che possano aiutare a ridurre e prevenire la cefalea.”