In 5 anni, tra il 2018 e il 2023 (ultimo anno i cui dati sono disponibili) il personale dei Servizi per le Dipendenze da Sostanze Stupefacenti SerD si è ridotto di -252 unità. Il tasso di personale in rapporto agli utenti in carico per la dipendenza da stupefacenti è circa il 30% in meno rispetto alla dipendenza da alcol (4,7 vs 7,2 ogni 100 utenti in carico rispettivamente). Nel medio periodo, il primo ha registrato una riduzione e il secondo un aumento: -0,2 unità ogni 100 utenti e +0,6 unità ogni 100 utenti rispettivamente. Per raggiungere gli standard previsti dal DM 77/2022 di applicazione del PNRR per il riordino dell’assistenza territoriale, mancano all’appello 1.929 unità di personale: 261 Medici, 215 Infermieri, 396 Psicologi, 646 Educatori professionali, 273 Assistenti Sociali, 139 Amministrativi. Solo 4 Regioni (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Molise) sono allineate agli standard, mentre sono al di sotto tutte le Regioni del Mezzogiorno, tranne la Puglia; tutte quelle del Centro, tranne il Lazio. L’allineamento agli standard consentirebbe di prendere in carico altri 40mia soggetti.
In termini economici, la dipendenza da stupefacenti e da alcol, genera un costo (diretto) annuo complessivo di 7,8miliardi, di cui 6,7 nel primo caso (compresi i policonsumatori) e 1,1 nel secondo. Considerando i costi indiretti, che sfiorano i 200milioni di euro, il costo complessivo raggiunge gli 8miliardi (0,4% del PIL). L’analisi è contenuta nel secondo rapporto Osservatorio sull’Impatto Socio-Economico delle Dipendenze OISED, primo Centro Studi e think thank interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle dipendenze, che sarà presentato a Roma il 14 gennaio. L’Osservatorio è nato da una iniziativa congiunta del Centro di ricerca Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità C.R.E.A. Sanità e del Centro Studi e Ricerche Consumi e Dipendenze Ce.R.Co, con l’obiettivo di colmare le lacune nelle conoscenze e informazioni sul settore delle dipendenze, e favorire il confronto tra Istituzioni e stakeholder.
Dal punto di vista economico OISED sottolinea che contenere gli “esiti del fenomeno” porta a risparmi: per ogni euro investito in termini di presa in carico sociosanitaria (farmaci, incremento visite, etc.) si stima potrebbero esserne risparmiati 4. Analogamente, si stimano molto rilevanti i risparmi ottenibili con gli effetti di una riduzione del ricorso alla detenzione in favore di misure alternative, peraltro già in crescita nel medio periodo, che consentirebbero un risparmio di 45,7milioni l’anno per ogni punto percentuale di riduzione dei casi “a rischio”.
Considerando anche il valore, in continuo aumento, delle sostanze stupefacenti, che nel 2023 raggiunge circa 16,2miliardi, il valore economico del fenomeno per il Paese è di 24,2miliardi annui, pari all’1,2% del PIL italiano.