
Uno studio condotto dai ricercatori dall’Università di Hong Kong ha analizzato la sopravvivenza del virus su diverse superfici. Omicron si è rivelata maggiormente resistente al virus originario. Per esempio, sull’acciaio inossidabile, trascorsi 2 giorni dall’inizio dell’esperimento rimaneva attivo solo lo 0,09% delle particelle virali del ceppo originario di Wuhan contro il 14,18% di Omicron, che a 7 giorni presentava ancora quasi un 2% di particelle di virus attive. Sulla plastica (polipropilene), dopo 2 giorni rimaneva attivo solo lo 0,14% del virus originario, contro l’8,47% di Omicron; sul vetro, le percentuali di virus attive erano dello 0,1% e del 6,13%, rispettivamente per il ceppo originario e per Omicron. Su superfici porose sono invece stati apprezzati risultati meno evidenti, per via della rapidità con la quale il virus si degradava. Lo studio è stato pubblicato in pre-print su bioRxiv.