SARS-Cov-2: immunità temporanea e reinfezioni più aggressive allontanano il vaccino

Aver contratto la malattia Covid-19 potrebbe non essere sufficiente a proteggere da un’altra eventuale reinfezione che, al contrario, potrebbe essere molto più aggressiva, forse anche a causa degli anticorpi sviluppati in precedenza. È quanto sostengono alcuni ricercatori, tra cui anche alcuni Italiani, in un articolo pubblicato su BMJ Global Health. Tutto questo potrebbe significare: 1, che il virus muta geneticamente e quindi non fornisce una immunità permanente; 2, che le reinfezioni possono essere anche più aggressive, come dimostra questa ricerca scientifica, di cui di seguito pubblichiamo l’abstract; 3, sfiducia nelle speranze di poter arrivare alla messa a punto di un vaccino in quanto, anche questo, non garantirebbe una immunità duratura per tutte le mutazioni.

“Abbiamo preso spunto per questa ricerca osservando l’andamento della malattia, in particolare l’elevata trasmissibilità e il tasso di casi severi in generale tra gli operatori sanitari anche giovani sia in Italia che in Cina, come dimostra il caso del medico cinese trentenne di Wuhan, deceduto e da cui tutto è partito”, spiega a Repubblica.it Luca Cegolon, medico epidemiologo presso l’Ausl 2 di Marca Trevigiana di Treviso e primo firmatario del lavoro. Riguardo invece al meccanismo per cui l’infezione sarebbe più aggressiva, gli autori scrivono testualmente: “Infezioni precedenti con SARS-CoV-2 (o altri virus/coronavirus) possono probabilmente predisporre a forme più gravi della malattia in seguito a reinfezione con SARS-CoV-2, con un meccanismo immunologico noto come potenziamento dipendente dall’anticorpo, già osservato con infezioni sostenute da altri coronavirus (MERS-CoV e SARS-CoV) o altri virus come il virus del Nilo occidentale e la dengue.”

Insomma un lavoro scientifico che non lascerebbe ben sperare per la realizzazione di un vaccino e che ricorda come, a oggi, le uniche regole certe per difendersi da Sars-Cov-2 siano distanziamento sociale e utilizzo della mascherina.

ABSTRACT

BMJGlobal Health
Hypothesis to explain the severe form of COVID-19 in Northern Italy
Luca Cegolon, Jennifer Pichierri, Giuseppe Mastrangelo, Sandro Cinquetti, Giovanni Sotgiu, Saverio Bellizzi, Giuseppe Pichierri

Summary box
What is already known about this subject?

  • Human coronaviruses are known to cause respiratory re-infections, regardless of pre-existing humoural immunity.
  • There is evidence suggesting that severe acute respiratory syndrome coronavirus type 2 (SARS-CoV-2) had been circulating in Italy before the first COVID-19 case was detected in the country.

What are the new findings?

  • Prior infections with SARS-CoV-2 (or other viruses/coronaviruses) may arguably predispose to more severe forms of the disease following re-infection with SARS-CoV-2, with an immunological mechanism known as Antibody-Dependent-Enhancement, already observed with infections sustained by other coronaviruses (MERS-CoV and SARS-CoV) or other viruses such as the West Nile Virus and Dengue.

What are the recommendations for policy and practice?

  • If confirmed by in vivo studies, this hypothesis may have relevant implications for the treatment of severe forms of COVID-19, yet the possibility to produce an effective vaccine against SARS-CoV-2 might be hampered.