Sacituzumab govitecan, nuove opzioni terapeutiche per il cancro alla mammella

Gilead Sciences Italia ha ricevuto da parte dell’Agenzia Italiana per il Farmaco Aifa l’approvazione della rimborsabilità per sacituzumab govitecan come monoterapia indicata per pazienti adulti con cancro della mammella triplo negativo (TNBC, triple-negative breast cancer) non operabile o metastatico che hanno ricevuto 2 o più precedenti terapie sistemiche, almeno una delle quali per malattia in fase avanzata. Il TNBC è il tipo di cancro della mammella più aggressivo e rappresenta circa il 15% di tutti i tumori al seno. Viene diagnosticato più frequentemente nelle donne più giovani e in pre-menopausa. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni per questo sottotipo è del 12%, rispetto al 28% per altri tipi di tumore al seno; inoltre, questi risultati non soddisfacenti sono spesso associati a una significativa diminuzione della qualità di vita, specialmente nella malattia recidivante/refrattaria.

Sacituzumab govitecan è un anticorpo farmaco-coniugato diretto contro l’antigene Trop-2. Situata sulla superficie delle cellule, Trop-2 è una proteina sovraespressa nel TNBC e in molti altri tumori. L’approvazione di rimborsabilità è supportata dai risultati dello studio di fase III Ascent, i cui dati finali sono stati presentati al recente congresso ASCO, svoltosi a Chicago. In un’analisi di follow-up condotta dalla chiusura del database, i dati evidenziano che sacituzumab govitecan ha migliorato la sopravvivenza mediana libera da progressione rispetto alla chemioterapia scelta dal medico ed ha esteso la sopravvivenza globale mediana (OS) di quasi 5 mesi nella popolazione intent-to-treat (ITT). Il tasso di sopravvivenza globale (OS) a 2 anni era del 20,5% nel braccio sacituzumab govitecan, rispetto al 5,5% nel braccio chemioterapia scelta dal medico. Rispetto alla chemioterapia, sacituzumab govitecan ha anche mostrato miglioramenti clinicamente significativi nella qualità della vita correlata alla salute (HRQoL, health-related quality of life).

Questi risultati – coerenti con l’analisi finale precedentemente pubblicata sul New England Journal of Medicine – sono stati presentati lo scorso 6 giugno al Meeting annuale 2022 dell’American Society of Clinical Oncology ASCO. “La comunità scientifica italiana e l’Associazione Italiana di Oncologia Medica attendevano da tempo l’arrivo anche nel nostro Paese di questo trattamento innovativo e specifico per il carcinoma mammario metastatico triplo negativo, una patologia per la quale fino a oggi non disponevamo di strumenti terapeutici specifici”, commenta il prof. Saverio Cinieri, presidente AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica. “Oggi in Italia vivono più di 37mila persone con tumore della mammella metastatico. La forma triplo negativa, in cui rientrano il 15% delle diagnosi di carcinoma mammario, non presenta i recettori degli estrogeni, del progesterone e della proteina HER2. Questo significa che essa non risponde alla terapia ormonale né ai farmaci che hanno come bersaglio HER2. Si tratta della forma più aggressiva, in cui il rischio di ricaduta a distanza aumenta rapidamente a partire dalla diagnosi e raggiunge il picco nei primi tre anni. Va inoltre considerato – continua Cinieri – che il carcinoma mammario triplo negativo colpisce spesso donne giovani che si trovano nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratrici. In questi casi, la malattia ha un impatto profondo sulla persona, sull’intera famiglia e sulla comunità. Da qui la necessità di opzioni terapeutiche innovative e specifiche che garantiscano quantità e qualità di vita, come il sacituzumab govitecan ha dimostrato.”

“Finalmente anche i pazienti italiani potranno d’ora in poi ricevere una terapia specifica e innovativa mirata al trattamento di una patologia per la quale fino a oggi disponevamo di limitate opzioni terapeutiche”, dichiara la prof.ssa Lucia Del Mastro, ordinario di Oncologia Medica presso l’Ospedale San Martino, Università di Genova. “Lo studio ASCENT, che ha condotto all’approvazione anche nel nostro Paese del sacituzumab govitecan, ha dimostrato che, grazie a una terapia mirata, è possibile migliorare significativamente non solo la sopravvivenza globale ma anche la qualità di vita, aspetto decisivo nel trattamento della malattia metastatica. I risultati finali dello studio ASCENT presentati all’ultimo congresso ASCO hanno infatti confermato l’efficacia di sacituzumab govitecan nel dimezzare il rischio relativo di morte nei pazienti affetti da tumore mammario metastatico triplo negativo. Un risultato che non ha precedenti. L’arrivo di sacituzumab govitecan in Italia rappresenta per noi oncologi, ma soprattutto per i pazienti italiani, al contempo un traguardo e un punto di partenza importante affinché questa malattia così aggressiva possa essere trattata con un farmaco specifico e altamente innovativo.”

“Siamo orgogliosi, dopo anni di lavoro e ricerca, di poter offrire anche alle pazienti italiane una terapia innovativa e soprattutto specifica per il trattamento del carcinoma della mammella metastatico triplo negativo, patologia aggressiva finora priva di cure mirate”, dichiara Cristina Le Grazie, direttore medico Gilead Italia. “Con l’approvazione di sacituzumab govitecan Gilead rafforza il suo impegno in oncologia e affianca alle terapie cellulari in oncoematologia farmaci innovativi per i tumori solidi, con l’obiettivo di fare la differenza per un numero sempre maggiore di pazienti.”

Sacituzumab govitecan è un anticorpo coniugato con un inibitore della topoisomerasi – capostipite della sua classe – mirato al recettore Trop-2, una proteina espressa frequentemente in diversi tipi di tumori epiteliali, tra cui il cancro della mammella triplo negativo metastatico (TNBC) e il carcinoma uroteliale metastatico (UC, urothelial cancer), dove un’elevata espressione è associata a scarsa sopravvivenza e recidiva. Oltre che in Europa, sacituzumab govitecan è anche approvato per il TNBC metastatico negli Stati Uniti, Australia, Canada, Gran Bretagna e Svizzera per pazienti adulti con TNBC metastatico; è anche oggetto di diverse revisioni regolatorie in tutto il mondo, inclusa l’Unione Europea, nonché a Singapore e in Cina.