La chiamano, “cocaina rosa”, anche se con la polvere bianca ha poco a che fare. La nuova sostanza stupefacente, infatti, solitamente è una feniletilamina di laboratorio (2C-B), ma non mancano i casi in cui il colorante alimentare rosa viene aggiunto ad altre sostanze psicoattive in polvere, si legge in un comunicato dell’OMCeO Roma. Viene assunta per via nasale, appunto come la cocaina, ed è una droga per “consumatori facoltosi”, con costi che arrivano a 400 euro al grammo, fatto questo che ha contribuito perfino a farne uno status symbol. A Roma, le ultime indagini della Polizia hanno intercettato una rete di spaccio presente in particolare in quartieri nell’area nord: Parioli, Salario-Trieste, fino a piazza Bologna. I clienti sarebbero over65, ma anche giovani e giovanissimi, spesso minorenni, individuati dagli Agenti in borghese che da settimane presidiano le aree esterne di bar e discoteche in queste zone. Nelle ultime operazioni, condotte dal primo dirigente della Polizia di Stato, Tiziana Lorenzo, del commissariato Salario-Parioli, è stato poi scoperto un “nuovo metodo creativo” per consegnare la droga a domicilio, magari in occasione di cene o feste, che consiste nel nascondere le sostanze in lampade di sale, in grado di contenere fino a 500 g ciascuna.
“È una delle sostanze più utilizzate in questo momento e ha degli effetti devastanti”, dichiara Antonio Bolognese, responsabile scientifico della Commissione per lo Studio e la Prevenzione delle Dipendenze dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma. “Per il modo in cui si assume, ha una precoce attività sul cervello, ossia crea immediatamente una sensazione di ‘piacere’, e si elimina altrettanto velocemente. Ma come tutte le sostanze stupefacenti, può portare a dipendenza e stati psicotici.”
Da tempo – prosegue il comunicato – l’OMCeO Roma, tramite l’Associazione Ets Osservatorio sulle Dipendenze, presieduta dallo psichiatra Alessandro Vento, componente della Commissione, grazie al contributo di Fondazione Roma, sta portando avanti nelle Scuole e nei Centri sportivi della Capitale una campagna per sensibilizzare sui rischi delle dipendenze: “La prevenzione primaria precoce è l’unica vera possibilità per evitare che i giovani inizino fin dall’adolescenza a far uso di queste sostanze”, dichiara la Commissione. “Il metodo è quello della peer education (educazione tra pari)”, spiega Bolognese. “Facciamo degli incontri con piccoli gruppi di studenti, 6 al massimo, durante i quali diamo delle informazioni su questi temi; poi, a loro volta, questi ragazzi veicolano il messaggio agli altri studenti nell’ambito di una serie di laboratori, utilizzando il loro linguaggio. Abbiamo visto che è un metodo molto efficace. All’inizio del percorso facciamo compilare dei questionari anonimi per sondare la conoscenza dei ragazzi sulle sostanze, gli effetti ma anche sul loro stile di vita. Alla fine, riproponiamo il questionario e abbiamo potuto vedere che c’è un miglioramento delle conoscenze del 70%.”
“Uno degli ultimi incontri è stato in una scuola a Villa Flaminia”, continua Bolognese. “Avevamo davanti ragazzi di circa 14 anni e ci hanno fatto tante domande proprio sulla cocaina rosa; volevano sapere cosa fosse e quali effetti potesse dare, segno che l’argomento è di stretta attualità. È importante parlarne per rendere consapevoli i giovani degli effetti che le dipendenze, non solo dalla droga ma anche da alcol, social e Internet possono avere sulla loro salute mentale. Importante – conclude – portare avanti parallelamente un’azione di prevenzione, come stiamo facendo con questi incontri, e un’azione di repressione, come stanno facendo le forze dell’ordine con le loro operazioni.”