Ritocchino anche per caviglie, cosce e ginocchia

Punto forte del fascino femminile, le gambe sono spesso trascurate in inverno, ma anche in questa stagione si può fare molto per esibirle in forma impeccabile, senza caviglie gonfie, ginocchia “cicciottelle” e quel rigonfiamento che, con il passare degli anni, tende ad apparire nella parte interna: qualche “punturina” ben eseguita aiuta a migliorarne l’aspetto… Già a partire dai 30 anni la pelle inizia a perdere elasticità. A 50, poi, la menopausa provoca una progressiva atrofia del derma, dell’ipoderma e delle strutture di sostegno della pelle. E poi inquinamento, stress, alimentazione scorretta e prolungate esposizioni al sole. Tutto ciò, con il passare del tempo, crea danni al tessuto connettivo che si manifesta con il rilassamento cutaneo nel corpo, soprattutto dell’interno cosce (punto debole odiato dalle donne!) dove la pelle è più sottile e facilmente perde elasticità; oppure nel viso che appare stanco e segnato. Allora, come attaccare i punti critici? Una metodica indicata è la carbossiterapia, nel corpo una valida alternativa alla liposuzione: lo “scolpisce” meglio perché agisce in profondità nella cute. Si tratta di una metodica applicata in diversi campi: vascolare, medico estetico e dermatologico.

Nata in Francia negli anni ‘30, oggi questa terapia è usata per contrastare l’invecchiamento cutaneo e migliorare l’elasticità dei tessuti anche del viso. Ma in che cosa consiste la carbossiterapia? Nella somministrazione sottocutanea di un gas, l’anidride carbonica, a scopo terapeutico tramite piccole iniezioni. Può essere effettuata in ambulatorio con un’apparecchiatura certificata dal Ministero della Salute. “L’anidride carbonica riesce a stimolare i vasi sanguigni perché tornino ad irrorare la zona e l’intervento è paragonabile ad una puntura, un momentaneo fastidio”, sottolinea la dott.ssa Paola Caminiti, Medico Estetico a Saronno (VA). “La carbossiterapia è propedeutica per la Lipoaspirazione e l’Addominoplastica: migliora il risultato e riduce i tempi di recupero post-operatori. Infatti il gas determina una vasodilatazione diretta, l’aumento della velocità del flusso sanguigno e l’apertura dei capillari compressi dai liquidi di ritenzione e da cellule adipose. Il sangue scorre più velocemente, si ha una maggiore ossigenazione dei tessuti per cui le scorie vengono più facilmente smaltite e i gonfiori, come quelli delle gambe, si risolvono più rapidamente.” La pelle risulta più “sana”, continua Caminiti, a cui abbiamo ancora chiesto:

Quali sono le azioni di questa terapia sul grasso e sulla cute?
“Gli effetti del gas sul tessuto adiposo sono un ‘effetto’ lipolitico diretto (reale eliminazione dell’adipe) legato all’azione meccanica del flusso del gas ed un effetto lipolitico indiretto legato alla capacità del gas di aumentare la disponibilità di ossigeno ai tessuti e quindi determinare una riattivazione del metabolismo cellulare (si riattivano gli enzimi in grado di sciogliere e riassorbire i grassi). Migliora l’aspetto della pelle che risulta più tonica, più compatta e più luminosa grazie all’aumento del flusso sanguigno, all’ossigenazione dei tessuti e all’azione sul fibroblasto, la cellula in grado di produrre acido ialuronico, collagene e fibre elastiche.
Nel trattamento degli inestetismi della parte inferiore del corpo: glutei, cellulite e gambe gonfie. Si interviene anche in presenza di accumuli di grasso su addome, fianchi, cosce e ginocchia. Il gas riesce a rompere le membrane degli adipociti (le cellule che costituiscono l’adipe) e a ridurre così i volumi di queste parti del corpo.”