
Che il fumo di sigarette rappresenti uno dei maggiori rischi per lo sviluppo del tumore del polmone è cosa risaputa da anni, così come è certo che l’esposizione all’amianto determini asbestosi e quindi tumore anche al polmone. Quella che sembra essere una novità è che anche i fumi sprigionati durante la saldatura possano provocare tumore del polmone, indipendentemente da altri fattori. A sostenerlo sono alcuni ricercatori della California Environmental Protection Agency in un articolo, pubblicato su Occupational & Environmental Medicine, che ha esaminato i dati di 45 studi precedentemente pubblicati, per un totale di circa 17milioni di partecipanti.
Nel complesso, le persone che lavoravano come saldatori o che avevano un’esposizione a fumi di saldatura hanno fatto registrare il 43% di probabilità in più di sviluppare il cancro ai polmoni. Questi fumi vengono generati dai metalli riscaldati sopra il loro punto di fusione e quindi vaporizzano e condensano in particelle solide molto fini nell’aria. “La miscela di sostanze chimiche di questi vapori dipende dal tipo di metalli coinvolti, dal processo di saldatura e dalle circostanze professionali in cui viene eseguito il lavoro”, dichiara Neela Guha, coordinatrice dello studio. “Il processo patologico può richiedere decenni di esposizione”, osserva Paul Cullinan, ricercatore di Medicina del Lavoro e Ambientale presso il Royal Brompton Hospital e l’Imperial College di Londra, non coinvolto nello studio. “Tuttavia, i risultati di questo studio sottolineano l’importanza delle misure di sicurezza sul posto di lavoro per ridurre l’esposizione ai fumi di saldatura. I lavoratori e i loro datori di lavoro devono impegnarsi a contenere i fumi di saldatura in modo che non vengano inalati in grandi quantità.”