Quando diminuisce l’udito si riduce anche il volume cerebrale, in particolare il lobo temporale. È quanto ipotizzato da alcuni ricercatori del National Institute on Aging di Baltimora, Maryland, che hanno valutato 194 partecipanti al Baltimore Longitudinal Study on Aging di cui era stato misurato l’udito all’età media di 54,5 anni e che sono stati sottoposti a MRI nel periodo 2008-2015. L’osservazione dei soggetti è durata in media 19,5 anni. I dati raccolti indicano che uno scarso udito nell’orecchio migliore di una persona si associava a maggiori diminuzioni della materia grigia temporale destra, dell’ippocampo destro e della corteccia entorinale sinistra. Anche un cattivo udito nell’orecchio destro era correlato a riduzioni del volume di queste strutture cerebrali e del polo temporale destro. “Questi risultati supportano l’ipotesi che l’ipoacusia a metà della vita può essere un fattore di rischio per demenza negli anziani per cambiamenti nelle strutture cerebrali”, spiega Susan M. Resnick, del National Institute on Aging di Baltimora. “L’ipoacusia è correlata alla Malattia di Alzheimer; tra i pathway per l’associazione figurano il carico cognitivo derivante dalla riallocazione delle strutture cerebrali per l’elaborazione uditiva, la variazione nella struttura e nella funzione cerebrale e un ridotto coinvolgimento sociale.” Lo studio è stato pubblicato sulla rivista JAMA Otolaryngology-Head and Neck Surgery.
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