Riduzione delle lista d’attesa, Zaia: “Riduzioni record grazie a uno sforzo straordinario del Sistema Regionale”

In netto miglioramento le liste d’attesa nella Sanità del Veneto, come indicano le ultime rilevazioni nel periodo maggio 2023 – dicembre 2024: al 100% per quelle da erogare entro 10 giorni (da 502 a 0); all’87% per quelle entro 30 giorni (da 82.211 a 10.814); al 77% quelle entro 60 giorni (da 74.489 a 17.381). Lo stesso trend segue la rilevazione tra il 31 dicembre 2024 e il 31 maggio 2025, con attese a 0 per le prestazioni da erogare entro 10 giorni; a meno 80% per quelle entro 30 giorni (da 10.814 a 2.202); a meno 69% quelle entro 60 giorni (da 17.381 a 5.304). Da maggio 2023 a oggi, inoltre, la classe D è calata del 94% passando da 82.811 attese a 2.201. Per la classe P si registra un calo del 97% dall’inizio del piano straordinario di recupero, passando da 74.169 prestazioni in attesa alle attuali 5.304.

I dati sono stati presentati nel corso del punto stampa del presidente della Regione, Luca Zaia, e dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. “Sono dati eccezionali che non a caso portano questa Regione alla massima considerazione in Italia”, dichiara Zaia. “Tutto ciò non sarebbe stato possibile grazie prima di tutto al grande lavoro dei nostri Medici, Infermieri, amministrativi e alla programmazione che siamo riusciti ad attuare per la quale ringrazio l’ass. Lanzarin e tutta la squadra della Sanità Regionale.”

Dal 2013, il Veneto ha autonomamente deciso di dimezzare i limiti dei sui tempi di attesa rispetto a quelli nazionali: “Così facendo abbiamo alzato la nostra asticella puntando al doppio di quanto indicato in Italia”, afferma ancora Zaia. “Se avessimo seguito i parametri italiani, oggi avremmo quote di attesa letteralmente infinitesimali. Un sfida vissuta e vinta assieme, facendo squadra. Le liste d’attesa hanno assunto il carattere di emergenza a causa del Covid e, con la chiusura forzata di tanti servizi, avevano raggiunto la cifra di 500mila persone in attesa. A questo vanno aggiunte la costante crescita dell’offerta di esami di alta tecnologia, cui è seguito un aumento delle richieste; gli effetti della Medicina difensiva per difendersi dal forte aumento delle richieste di risarcimento, una quota non troppo elevate, ma pur sempre presente, di prescrizioni improprie. Aggiungiamo la persistente carenza di Medici (nel Veneto non meno di 3mila, 50mila in Italia e, sommando tutti questi fattori, si capirà molto bene quanta strada siamo riusciti a fare e quanta impegno e fatica ci siano voluti da parte di tutti.”

“Da quel 500mila post-Covid siamo partiti con un vero e proprio Piano di emergenza, con l’attività costante di una cabina di regìa specifica, riunioni tecniche settimanali, con il totale utilizzo in 2 annate (2023-2024) di 74milioni autorizzati dal Governo e già interamente spesi e rendicontati, con otto avvisi di Azienda Zero per reperire Medici in libera professione grazie ai quali ne sono stati reclutati 130 subito impiegati nel lavoro per lo smaltimento delle attese”, dichiara Lanzarin. “Nel 2025 i fondi governativi, che costituivano una piccola percentuale del riparto del Fondo Sanitario Nazionale riservati per le Regioni per l’obbiettivo specifico di riduzione delle liste d’attesa, non ci saranno più, ma abbiamo trovato il modo di mettere a disposizione, da diverse fonti, altri 45milioni per quest’anno. I dati che attestano tutto il gran lavoro fatto li abbiamo già trasmessi alla piattaforma nazionale, ma non è ancora possibile fare il confronto con le performance delle altre Regioni.”