Uno sguardo negli occhi del neonato per riconoscere l’autismo

Guardare negli occhi di un neonato potrebbe essere sufficiente per ottenere una diagnosi precoce di autismo, anni prima che la malattia abbia fatto il suo esordio. Gli autori dello studio sono un gruppo di ricercatori delle Università di Trento e di Padova, di Exeter (GB) e dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma. Gli studiosi hanno confrontato i riflessi agli stimoli visivi di neonati 6-10 giorni di vita ad alto rischio di autismo con quelli di neonati a basso rischio. Secondo quanto riferito sulla rivista Scientific Reports, sono state evidenziate differenze notevoli nei comportamenti dei neonati a basso rischio di autismo rispetto ai comportamenti dei piccoli ad alto rischio. E le differenze registrate sono sostanziali: i neonati ad alto rischio di malattia non sono interessati a stimoli sociali e perdono subito l’attenzione verso essi; i bebè a basso rischio, invece, prediligono in maniera evidente gli stimoli sociali, quindi fissano a lungo tali stimoli visivi mentre si disinteressano in fretta a oggetti inanimati. I bimbi ad alto rischio di autismo già appena nati sembrano disinteressati a stimoli sociali: non seguono con lo sguardo movimenti di “oggetti animati”, come ad esempio gli occhi o la mano di un adulto.