Report Ona-Iss sull’alcolismo in Italia: uomini, donne, giovani, ospedali e sindrome da dipendenza

Nel 2021, anno successivo alla pandemia, sono diminuiti a 7,7milioni i consumatori a rischio in Italia (8,6milioni nel 2020). Il 20% dei consumatori e l’8,7% delle consumatrici hanno consumato quantità di alcol che espongono a maggior rischio la salute. Le riduzioni osservate (-12,7% tra gli uomini; -7,4% tra le donne) fanno tornare i consumatori a rischio a livelli del periodo precedente la pandemia, che risultavano comunque elevati. Rispetto ai target più vulnerabili, sono circa 1,37milioni i ragazzi e le ragazze 11-25enni con consumi a rischio (il 18,6% dei maschi; il 12,8% delle femmine) di cui 620mila sono adolescenti minorenni, con la conferma e il consolidamento dell’evidenza del preoccupante aumento della frequenza delle consumatrici a rischio minorenni (7,7%) che hanno raggiunto quella dei coetanei maschi.

CONSUMATORI BINGE DRINKING

3,5milioni hanno bevuto per ubriacarsi, soprattutto maschi di tutte le età, meno che nel 2020, ma non le donne. Oltre 24mila sono gli 11-15enni, con frequenze nelle ragazze di poco inferiori (0,7%) rispetto a quelle dei coetanei (1%) e oltre 58mila i 16-17enni (5% maschi; 4,2% femmine) che si sono ubriacati, identificando una platea di circa 83mila minori che non dovrebbero ricevere in vendita o somministrazione bevande alcoliche. Tale modalità di consumo, pur in diminuzione nell’ultimo anno, è per le donne stabile rispetto ai valori pre-pandemici, mentre raggiunge per gli uomini il minimo registrato nell’ultimo decennio. Per la prima volta negli ultimi 10 anni, diminuiscono inoltre i consumi fuori pasto in entrambi i generi, ma sempre lontani dagli obiettivi di riduzione attesi nei piani di prevenzione.

CONSUMATORI DANNOSI

I consumatori dannosi di bevande alcoliche in Italia nel 2021 sono 750mila, in calo rispetto agli 830mila del 2020. Rispetto all’anno del lockdown, sono in diminuzione gli uomini ma non le donne, per le quali si continua a registrare un costante incremento, che in quattro anni consecutivi ha condotto a quota 300mila le consumatrici con danno da alcol. Sebbene il consumo di quantità dannose di alcolici identifichi clinicamente, secondo il manuale Dsm-5, un disturbo da uso di alcol (Dua) “in necessità di trattamento”, ad oggi il 91,5% dei consumatori dannosi non è intercettato e non ha accesso ad alcuna forma, pur urgente, di intervento.

ALCOL E GIOVANI

1,37milioni di consumatori a rischio tra 11 e 25 anni eccedono su base quotidiana; di questi, 620mila sono minorenni. Sono 786mila i binge drinker 11-25enni, di cui 83mila minori che bevono per ubriacarsi. In questa fascia di età – nella quale il cervello deve ancora maturare la corteccia prefrontale e la capacità cognitiva razionale è attivamente minacciata e interferita dall’uso di alcol con danni irreversibili alle proprie funzioni – il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine sono consumatori a rischio, con frequenze in diminuzione ma ben lontane per i minori dal valore atteso di zero. Tra i minori, sono consumatori a rischio il 16,5% dei maschi e il 14,2% delle femmine; il binge drinking ha interessato l’11,4% dei maschi e il 6,4% delle femmine.

Tra i 18-20enni, il 72,3% dei maschi e il 62,2% delle femmine consumano bevande alcoliche, 300mila secondo modalità a rischio; in 279mila si ubriacano. Circa 450mila giovani tra i 21 e i 25 anni sono consumatori a rischio, il 19,9% dei maschi e il 10,9% delle femmine; 424mila quelli che si ubriacano.

ALCOL E DONNE

Nel 2021, sono circa 2,45milioni le donne che consumano alcol in modalità a rischio per la propria salute, in sostanziale stabilità ma in crescita dal 2014, con punte massime tra le minorenni 16-17enni (29%) e con 1 su 3 che già eccede quotidianamente. Sono 3,5milioni le donne che si ubriacano. Tra le donne il comportamento a rischio di più recente diffusione parte dal consumo di alcol fuori pasto (21,7%) ritornato ai livelli pre-pandemici. Da anni gli indicatori di rischio per le donne non mostrano accenni alla riduzione delle consumatrici a rischio (8,7% con punta massima del 29% tra le 16-17enni), delle binge drinker (3,6% ovvero 3,5milioni, con punta massima dell’11,4% tra le 18-24enni), delle eccedentarie su base quotidiana (6,1%, con punta massima del 29% tra le 16-17enni).

L’8,4% delle donne over65 (poco meno di 1 su 10) sono consumatrici a rischio; il 9,9% consuma fuori pasto; il 7,6% eccede quotidianamente; l’1,1% beve per ubriacarsi. Tutti i comportamenti a rischio diminuiscono con l’età ma restano in un range consistente anche in età avanzate. Tra le ultra85enni, le consumatrici a rischio sono infatti il 6,8%; il 6,3% eccede quotidianamente; il 5,9% beve fuori pasto; lo 0,8% si ubriaca giungendo a rappresentare uno tra gli obiettivi negletti della prevenzione.

ALCOL E ANZIANI

Nel 2021 sono circa 2,6milioni i consumatori a rischio di età superiore ai 65 anni (31,7% dei maschi; 8,4% delle donne). Dopo la diminuzione in pandemia, aumenta il numero delle consumatrici anziane. La percentuale dei maschi anziani a rischio si mantiene sempre intorno al 30%, anche per gli ultra85enni (29,7%); il 20,5% beve fuori pasto; il 29,2% eccede quotidianamente; il 4,1% si ubriaca (binge drinking). Tra le ultra85enni, le consumatrici a rischio sono il 6,8%; il 6,3% eccede quotidianamente; il 5,9% beve fuori pasto; lo 0,8% si ubriaca. Gli anziani rappresentano anche la quota più consistente di consumatori dannosi (2,3% maschi; 1,3% donne) non intercettati dalle strutture e dai professionisti del Ssn.

ALCOL E OSPEDALI

Nel 2021 si sono registrati 35.307 accessi ai Pronto Soccorso e 45.270 dimissioni ospedaliere causate dall’alcol. Il 10% di tutti i ricorsi ai Ps è richiesto da minorenni; il 7,5% da maschi, più del doppio dalle minorenni (17,3%). Solo 3.777 degli 83mila binge drinker al di sotto dell’età minima legale di 18 anni si sono rivolti a opportune competenze mediche (intercettato solo il 4,5% degli attesi). Il 72% degli accessi esita a domicilio dopo trattamento della fase acuta in assenza di protocolli d’invio per valutazioni di merito. La fruizione del Ps e dei ricoveri ospedalieri per cause/diagnosi totalmente attribuibili all’alcol si è incrementata in un anno, rispettivamente del 20,2% e 4,2%. Pur non più influenzata dalla carenza di posti letto negli ospedali e dalla restrizione agli accessi in Ps per l’emergenza Covid-19 solo una piccola parte dei binge drinker più vulnerabili (786mila minori, 686mila donne, anziani) si rivolge alle strutture Ssn per disintossicarsi.

ALCOLDIPENDENZA E DISTURBI DA USO DI ALCOL

Sono 63.490 gli alcoldipendenti in carico ai servizi per le dipendenze del Ssn, inaccessibili nel lockdown, da tempo in sofferenza di risorse e personale, con grave stigma degli utenti già in carico e di coloro che, pur in cerca di trattamento, non fanno ricorso alle prestazioni diagnostiche e di pratica clinica del Ssn. Risulta in carico ai servizi, dunque, solo la punta dell’iceberg degli attesi: l’8,5% dei 750mila consumatori dannosi con Dua “in necessità di trattamento”.

fonte: Ona-Iss