Come recuperare la potenza sessuale dopo l’intervento alla prostata per tumore

L’impotenza sessuale dopo intervento di prostatectomia radicale è molto frequente, anche quando il tumore è circoscritto e il chirurgo riesce a risparmiare i nervi. In questi casi, contrariamente a quanto avviene normalmente, gli inibitori delle fosfodiesterasi 5 (Cialis, Levitra, Spedra e Viagra) hanno dimostrato scarsa efficacia, mentre un’erezione sufficiente è assicurata dalla puntura di prostaglandine sul pene, praticata 5-10 minuti prima del rapporto sessuale. Più recentemente viene utilizzata la crema che bisogna introdurre nell’uretra, almeno 20 minuti prima del rapporto. Quando però il farmaco determina un fastidioso dolore al pene o non è in grado di assicurare una buona risposta erettile per insufficienza arteriosa, è necessario l’impianto di protesi peniene. Molti urologi – compreso chi scrive – però preferiscono impiantare le protesi a volume variabile, bi- o tri-componenti. Queste ultime certamente sono quelle da preferire in quanto assicurano un’ottima rigidità e un buono stato di detumescenza. Al contrario, le protesi a volume fisso consentono di ottenere un buon rapporto sessuale ma risultano spesso fastidiose in quanto il pene rimane sempre in erezione e in caso di controlli cistoscopici per stenosi cervico-uretrali (non infrequenti in chi è stato sottoposto a prostatectomia radicale), possono ostacolare la manovra. Attualmente i pazienti che si sono sottoposti a impianto di protesi, ma anche le partner, esprimono una soddisfazione che supera il 90% e sono veramente pochi, meno dell’1%, coloro che non utilizzano le protesi una volta impiantate, specialmente se l’intervento è preceduto da un counselling che coinvolga entrambi i componenti della coppia. Le infezioni e quindi il rigetto delle protesi sono state ridotte al minimo e non superano l’1%.