Quasi nullo l’impatto della pandemia sull’attività delle unità di oncologia medica

“L’impatto della pandemia sui reparti di oncologia medica è stato quasi nullo, nel senso che hanno continuato a lavorare e fornito ai pazienti le cure necessarie”. Lo hanno ribadito il dott. Saverio Cinieri, Presidente eletto AIOM, e il dott. Francesco Grossi, coordinatore della survey CIPOMO. I dati sono stati pubblicati sullo European Journal of Cancer, e mostrano come alcune procedure, come il cosiddetto “triage” dei sintomi e dei segni riconducibili a infezione da coronavirus, nonché la limitazione degli accessi agli accompagnatori e il rinvio di visite non urgenti o modalità di visita alternative (ad esempio telefonica) per i follow-up, siano state attuate dalla maggior parte dei centri italiani ancor prima di ricevere indicazioni precise dal Ministero della Salute o dalle Regioni.

Ciò può aver limitato la diffusione del virus nelle unità di oncologia medica già nelle prime fasi dell’epidemia, preservando dall’infezione pazienti più fragili rispetto al resto della popolazione a causa della loro malattia, per le cure intraprese e perché spesso anziani. Da notare anche che circa il 70% delle oncologie mediche non ha avuto, o ha avuto solo in minima parte, una riduzione di attività, a dimostrazione che, anche nei momenti più gravi dell’emergenza COVID-19, i pazienti sono stati assistiti con la massima attenzione, offrendo con continuità le cure migliori.