Spesso nello sport le competizioni prevedono la “gara secca”, il “dentro o fuori”. Si vince o si perde. In alcuni casi si giocano invece campionati con più scontri, diretti e indiretti, che permettono di mettere a confronto gli atleti e le squadre lungo un’intera stagione, fino a determinare chi è il migliore. In Medicina accade qualcosa di simile. Se non esistono studi di confronto su 2 o più farmaci, o se si vuole valutare le terapie a disposizione su più larga scala, è possibile arrivare a stabilire una graduatoria di efficacia. C’è la real life, la pratica clinica, ma a fornire questi dati sono anche le cosiddette metanalisi a rete o network meta-analysis. Si tratta di analisi statistiche di dati aggregati prodotti da più studi comparativi, utilizzate per confrontare, in mancanza di studi diretti, l’efficacia e la sicurezza di tre o più trattamenti destinati alla medesima indicazione clinica. Ed è proprio questa metodologia a essere stata applicata per i farmaci impiegati nel trattamento della BPCO, determinando – per rimanere nella metafora sportiva – una graduatoria di efficacia e di sicurezza. L’indagine, denominata NMA, è stata presentata nelle scorse settimane in occasione del Congresso della Società Europea di Pneumologia, a Barcellona, e in precedenza a maggio all’American Thoracic Society di San Francisco, confermando il maggior valore delle 2 terapie di GSK in questo setting, sia la triplice – composta da fluticasone furorato, umeclidinio e vilanterolo (ICS+LABA+LAMA) – che la doppia broncodilatazione umeclidinio e vilanterolo (LABA+LAMA), rispetto ad altri farmaci attualmente a disposizione. Un valore in realtà già osservato nelle rispettive “partite secche”: umeclidinio e vilanterolo sia verso tiotropio e olodaterolo che glicopirronio e formoterolo e la triplice fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo rispetto alle altre triplici terapie ICS/LAMA+LABA e alle duplici terapie ICS/LABA e LABA/LAMA, che rappresentano il gold standard delle evidenze scientifiche.
In particolare, dalla metanalisi emerge che la triplice di GSK mostra esiti clinici favorevoli in termini di miglioramento della funzionalità polmonare e riduzione delle riacutizzazioni. Per quanto riguarda umeclidinio e vilanterolo, i risultati rafforzano le evidenze dell’efficacia a lungo termine, con un miglioramento significativo del trough FEV1, un parametro fondamentale per la valutazione della funzione polmonare attraverso la spirometria, rispetto sia ai broncodilatatori in monoterapia e alle combinazioni doppie LAMA/LABA.
Per arrivare alle conclusioni fin qui sintetizzate, sono stati analizzati circa 10mila studi nel corso di 3 anni e mezzo (dal 17 marzo 2017 al 16 ottobre 2020) e ne sono stati identificati 23 che rispondevano ai criteri di inclusione: 15 studi che riportavano i dati di trough FEV1 a 12 settimane, 5 studi a 24 settimane e 17 studi che riportavano invece i dati sul tasso di riacutizzazioni. Il miglioramento della funzione polmonare a 12 e 24 settimane è risultato significativamente maggiore per fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo rispetto alle terapie di confronto, sia duplici che triplici a singolo erogatore (specificamente, entrambi i dosaggi di budenoside, glicopirronio e formoterolo). Sul fronte delle riacutizzazioni, nella metanalisi sono stati inclusi 17 studi. La combinazione fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo è risultata significativamente più efficace nel ridurre il tasso annuale di riacutizzazioni rispetto alle terapie duplici e ad entrambi i dosaggi di budenoside, glicopirronio e formoterolo ed è numericamente superiore a beclometasone dipropionato, formoterolo e glicopirronio con una differenza del 27%. La metanalisi a rete sulla doppia broncodilatazione. La revisione sistemica della letteratura ha preso in esame 8.171 studi, selezionandone 49 in base ai criteri di inclusione richiesti. Al momento sono disponibili i dati relativi al trough FEV1. L’associazione umeclidinio e vilanterolo ha dimostrato in questo caso un miglioramento decisivo della funzionalità respiratoria rispetto alle altre terapie prese in esame, broncodilatatori singoli o combinazioni duplici, sia a 12 che a 24 settimane. In particolare, si è osservato un vantaggio importante su glicopirronio/formoterolo di 87 mL e di 42-55 mL rispetto ad entrambi i dosaggi di tiotropio/olodaterolo. Il valore di questo strumento di comparazione. Certamente i trial testa a testa rappresentano il gold standard delle evidenze in ricerca clinica. Tuttavia, alcuni confronti possono richiedere una dimensione campionaria molto ampia o una lunga durata dei trattamenti, fattori che aumentano la complessità e i costi dello studio. Pertanto, in assenza di confronti diretti, la possibilità di una comparazione indiretta offerta da una metanalisi a rete può fornire una risposta ai quesiti clinici.