Il progetto riabilitativo Tartaruga per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) si basa sul modello teorico evolutivo a mediazione corporea DERBBI – Developmental, Emotional Regulation and Body-Based Intervention, che considera il bambino nella sua complessità e individualità. “Questo modello ha la peculiarità di seguire le fasi evolutive – spiega l’équipe multidisciplinare IdO – e significa che man mano che il bambino cresce, e man mano che aumenta il tempo di terapia, dal momento della presa in carico in poi, il modello si trasforma ‘insieme al bambino’ e alla sua famiglia, che è parte integrante del progetto abilitativo-riabilitativo ed educativo. In ogni anno di terapia vengono attivate nuove proposte al bambino.”
Particolare attenzione viene quindi dedicata alla “dimensione corporea”, intesa come la sede principale di ogni vissuto emotivo del bambino e come veicolo per la strutturazione di forme comunicativo-relazionali che partono dalle prime esperienze di sintonizzazioni con il caregiver primario. “Questo perché i bambini con autismo rischiano di essere sopraffatti dalle emozioni”, spiega Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO. “Bisogna partire da questa specifica difficoltà che mostrano, fin dall’inizio e con gradualità diverse, nel ‘volgersi verso’ l’altro.”
Durante i quattro anni di terapia, previsti dal progetto Tartaruga, le variabili presenti in termini di criticità e potenzialità evolutive impongono una personalizzazione dell’intervento in base alle specificità del bambino, in un’ottica di flessibilità clinica. Fondamentale, quindi, la presenza di un’equipe multidisciplinare, sia in fase valutativa che terapeutica, la collaborazione con l’ambiente scolastico e il coinvolgimento dei genitori all’interno del progetto stesso. Psicomotricità, psicoterapia, logopedia e servizio scuola sono i cardini del modello riabilitativo presentato in occasione della III lezione del corso Autismo, Progetto Riabilitativo Tartaruga-DERBBI, realizzato in collaborazione con Fondazione Mite e il patrocinio della Società Italiana di Pediatria.
EPIDEMIOLOGIA E SCUOLA
I disturbi dello spettro autistico rappresentano una condizione sempre più diffusa, che in Italia riguarda circa 600mila famiglie, e sempre meglio identificata. Numeri alla mano la capacità di individuare la sindrome negli ultimi 40 anni è salita in modo esponenziale, passando da una prevalenza di 1 su 10mila negli anni Settanta a 1 su 59 nel 2018. Questi i numeri dell’incremento dei disturbi dello spettro autistico (DSA) secondo i dati dei CDC di Atlanta. In Italia, le statistiche variano da Regione a Regione, con una media di 1 bambino ogni 100/150. “Possiamo affermare che in ogni scuola ci sono studenti con autismo”, dichiara Federico Bianchi di Castelbianco, direttore IdO. “È totalmente diverso intervenire nella scuola dell’infanzia piuttosto che alle elementari o alle medie. Sono tutte modalità diverse e ne dobbiamo tenere conto, perché non può esserci una modalità unica di trattamento.”
Le relatrici IdO (Sara Rocco, logopedista e psicomotricità; Silvia Santurro, logopedista e psicomotricità; Pamela Piccari, psicologa; Simona d’Errico, coordinatrice del progetto Tartaruga; Federica Milana, psicologa; e Mariapaola Sforza, psicologa e psicoterapeuta) hanno approfondito le diverse aree di intervento:
SENSORIALITÀ
“Le anomalie della processazione sensoriale rappresentano un aspetto oramai considerato caratteristico all’interno dei disturbi dello spettro autistico”, spiega l’équipe. “Una valutazione sia qualitativa che quantitativa attraverso strumenti specifici, che permette di orientare l’intervento terapeutico, valutando la componente neurobiologica relativa alla disfunzionalità sensoriale e le risposte emotive correlate manifestate dal bambino attraverso il corpo.”
AREA PSICOMOTORIA
“L’intervento psicomotorio all’interno del Progetto Tartaruga permette di intercettare i blocchi emotivi e le potenzialità latenti del bambino inscritte nel corpo: dal dialogo tonico all’organizzazione di uno schema corporeo e motorio che consente al bambino di sperimentare e sperimentarsi, di organizzarsi in base agli stimoli presenti stando in relazione e attraverso attività senso-motorie che veicolino l’accesso alla successiva area simbolica.”
AREA LOGOPEDICA
“L’intervento logopedico rappresenta un continuum evolutivo all’interno del Progetto Tartaruga, che accompagna il bambino sin dal suo ingresso, declinandosi in un approccio terapeutico globale che prevede: disponibilità e intenzionalità nella relazione, organizzazione ortofonica, supporto sviluppo ed utilizzo funzionale del canale verbale, pre-requisiti degli apprendimenti e metacognizione linguistica.”