Milano ha ospitato la seconda tappa della V edizione di Hand – Hepatitis in Addiction Network Delivery, progetto promosso dal provider Letscom E3, con il contributo non condizionante di AbbVie, nato con l’obiettivo di anticipare la fase di screening dell’epatite C nella popolazione Pwid (people who inject drugs) e in tutta l’utenza a rischio afferente ai Ser.D; nell’ambito dell’iniziativa, che anche quest’anno ha ricevuto il patrocinio di SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD, nel capoluogo lombardo si è svolto il corso di formazione ECM Point of Care Hcv: Stato dell’Arte in Regione Lombardia e Possibili Sviluppi. Si stima che in Lombardia siano 100mila le persone contagiate da epatite C cronica, principale causa di cirrosi e cancro del fegato in Italia. La Regione offre a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 la possibilità di aderire gratuitamente al Programma di screening per l’eliminazione del virus dell’epatite C.
“Al 31 maggio (2023, ndr) sono state invitate in punti prelievo e nelle Sdo 570.257 persone su 2.976.684 che rappresentano l’intera popolazione”, dichiara il dott. Danilo Cereda, direttore U.O. Prevenzione, DG Welfare, Regione Lombardia. “Le persone che hanno accettato di sottoporsi al test sono state 156.812, di cui 130.260 all’interno di strutture pubbliche. L’estensione regionale è stata pari al 19,2%, mentre l’adesione regionale è stata del 22,3%. In 1 anno di lavoro è dunque stato possibile intercettare 1/5 della popolazione, e so che aderirà un altro 1/5; sono invece stati 171.402 i test totali erogati, con 1.001 persone positive al I livello, ovvero quelle positive alla ricerca dell’anticorpo, mentre sono stati 250 i positivi al II livello, ovvero i positivi all’Rna.”
Tra i 250 positivi, 114 hanno iniziato la terapia: “Sono pochi, lo so, ma l’aggiornamento del dato non è il primo pensiero dei clinici, più attenti alla cura del paziente”, prosegue Cereda. “Questi 114, dunque, si riferiscono a un dato in itinere. E dunque, su 156.812 test sono stati trovati 250 persone con epatite C, e quindi 250 potenziali guadagni di salute e di anni di vita proprio per loro. [Per quanto riguarda l’adesione] molto bene Pavia, con il 27,80%; Bergamo, con il 27,60%; Milano [con il] 21,40%, un risultato più che ottimo vista la sua dimensione. Milano guida la classifica dei test eseguiti dalle Aziende Socio Sanitarie Territoriali ASST (34.926), poi Bergamo (19.467) e Brescia (18.693). Le persone positive all’anticorpo – prosegue – vengono inviate solo in alcuni centri di II livello, come ad esempio il Sacco. Mantova si è comportata molto bene e lo stesso ha fatto la ASST di Lecco.”
“Tra i 250 positivi di II livello, abbiamo 175 persone che hanno accettato di fare la terapia e solo 7 quelle che invece hanno rifiutato”, continua Cereda. “I 68 che mancano sono persone delle quali non sappiamo ancora il dato. Con il tempo, avremo la possibilità di vedere meglio tale percorso. Di quei 175, poi, sono 114 le persone che hanno iniziato la terapia; 1 sola ha rifiutato e 60 devono ancora dare una risposta. Tutto questo dimostra che il sistema funziona bene e che una volta che intercetta il paziente riesce a portarlo alla cura.”
Risultati preliminari anche nell’ambito dei Ser.D. e delle carceri: “Spicca il Fatebenefratelli Sacco, che ha effettuato 720 test di I livello; poi la ASST di Pavia, con 645, e la ASST di Mantova, con 525”, prosegue Cereda. “Bene anche la ASST Papa Giovanni XXIII, con 422, e la ASST di Vimercate, con 395. Il numero di positivi al I livello per ogni Ser.D., laddove non appare lo 0, è sempre superiore al 10%.”
Dei PDTA per la diagnosi e il trattamento dell’infezione da Hcv nelle carceri e nei Ser.D. in Regione Lombardia ha invece parlato il dott. Marco Riglietta, direttore Medico S.C. Dipendenze, ASST Papa Giovanni XXIII: “I Ser.D. Lombardi hanno sempre svolto attività di screening, sia su Hcv che sulle infezioni sessualmente trasmesse, quindi Hiv, epatiti B, epatiti A ed altre”, dichiara all’agenzia Dire. “E lo hanno fatto da sempre e nella maggior parte dei casi, con i prelievi all’interno dei servizi. Adesso, con il finanziamento previsto dal Decreto attuativo, avremo anche una serie di test rapidi da utilizzare sulle persone che difficilmente si raggiungono, perché gli appuntamenti dati per i prelievi vengono saltati. E quindi test rapidi fingerstick e salivari sia per la ricerca di anticorpi che per la quantificazione dell’Rna, proprio per i pazienti che in assoluto hanno una altissima prevalenza di infezioni, ovvero i consumatori per via endovenosa. Il protocollo che abbiamo elaborato lo scorso anno – continua – prevede 2 livelli, sostanzialmente a seconda delle dimensioni del servizio e della realtà epidemiologica, diversa tra un’area metropolitana e, per esempio, l’area delle montagne o della bassa pianura lombarda. E questo permette di sviluppare azioni che sono in sinergia, portando dallo screening al linkage to care, quindi al trattamento della patologia da Hcv che, come sappiamo, è risolutiva da un punto di vista delle terapie che abbiamo a disposizione.”
“Si tratta di farmaci molto maneggevoli, una terapia di breve durata”, afferma il dott. Alberto Chiesa, dirigente medico, Ser.D. Vizzolo Predabissi, ASST Melegnano e Martesana. “Basti pensare che 2-3 mesi di terapia sono sufficienti a eradicare il virus in oltre il 99% dei pazienti. Un breve periodo di cura, tra l’altro, privo di effetti collaterali e che può dunque portare a un grande risultato. Bisogna solo considerare le eventuali interferenze farmacologiche con farmaci che il paziente prende già per la cura di malattie, come ad esempio farmaci neuropsichatrici, farmaci per l’area cardiovascolare o per la soppressione di abuso di sostanze. Il Ministero della Salute ha tracciato linee guida terapeutiche e noi, insieme al dott. Riglietta, al dott. Ranieri, alla dott.ssa Cocca e con i colleghi dei Ser.D. abbiamo creato il Pdta, il Percorso Diagnostico Terapeutico da attuare nelle popolazioni a rischio, con linee guida molto semplici, con step successivi dove ogni professionista si può ritrovare e trattare efficacemente il proprio paziente.”
“Per quanto riguarda le popolazioni carcerarie e per i Ser.D. – prosegue Chiesa – la Regione Lombardia ha sviluppato strategie già nel percorso di realizzazione del Pdta. Il dott. Ranieri ha sterilizzato le carceri lombarde dal virus dell’epatite C grazie a un rapido e precoce intervento su tutta la popolazione carceraria, mentre recentemente è stato individuato un nutrito numero di servizi per le tossicodipendenze dove tutte queste attività possono essere fatte perché è stata rilasciata una autorizzazione al trattamento da parte di Aifa.”
Nel corso dell’evento, ha trovato spazio anche un focus sulla realtà operativa dei Servizi per le Dipendenze Lombardi relativamente all’Hcv, con i risultati della Survey HAND. “Più che di azioni mancanti – dichiara Ranieri – si tratta di azioni che hanno già avuto una normativa o indirizzi da parte della Regione Lombardia, che devono ancora essere attuate completamente o che devono essere completate dal punto di vista organizzativo. In modo particolare, intendo la presa in carico globale del paziente Hcv positivo, dal momento del counselling, della diagnosi e del follow-up post terapia, il fatto di poter fare una diagnosi in sede anche con test rapidi. E in questo senso c’è lo sviluppo dell’Hcv-Rna attraverso le apparecchiature che verranno fornire con il finanziamento che deriva dal Decreto governativo per cui è appena terminata la gara. Si tratta, dunque, di una attività che non è ancora completamente in funzione. L’altro aspetto – continua – è quello della dispensazione del farmaco a livello del Ser.D. stesso, in modo che non ci siano dispersioni del paziente che debba recarsi in ospedale o nella farmacia ospedaliera, cosa che può provocare una perdita della persona durante il trattamento o il follow-up. Un ulteriore aspetto riguarda anche la possibilità di gestire il farmaco direttamente a livello del Ser.D.”
“Dunque – aggiunge Ranieri – quello che manca ancora è un aspetto culturale, che va dalla prescrizione del farmaco, per il quale recentemente è stato previsto che si possa prescrivere a livello del Ser.D, una cosa nuova rispetto alle altre Regioni, rispetto alla cultura precedente, fino alla dispensazione e al follow-up post diagnosi, perché è molto importante che questo tipo di paziente si senta seguito completamente, in tutto il proprio percorso, anche per evitare le perdite durante la terapia, durante il follow-up, abbastanza tipico di popolazioni che sono spesso fragili e non ben collegate con l’accesso alle cure sanitarie.”
Il progetto Hand, che nel corso dell’anno interesserà l’Italia da nord a sud, ha accompagnato anche un iter istituzionale che ha consolidato il Fondo Nazionale per lo Screening Gratuito e le delibere attuative regionali. Dopo Milano, il progetto si sposterà a Lecce, il prossimo 22 giugno 2023.