Prevenzione e trattamento dell’emorragia post partum

La prima Linea Guida italiana evidence based sulla prevenzione dell’emorragia post partum presentata oggi all’ISS prevede  l’identificazione precoce del rischio della donna come per esempio  precedenti emorragie del post partum o tagli cesarei, una gravidanza gemellare o un bambino di peso superiore a 4 kg alla nascita. Tra i punti centrali una migliore comunicazione tra professionisti, la donna e i suoi familiari sin dall’esordio del quadro clinico, ma anche l’appropriatezza all’indicazione del cesareo e il monitoraggio della donna durante il post partum.
La linea guida è finalizzata alla promozione delle buone pratiche cliniche nella gestione della EPP (emorragia post partum) e completa le attività di aggiornamento promosse dall’ISS su questa grave condizione clinica.
Nell’ambito delle stesse attività di ricerca da cui è nata l’idea di questa Linea Guida è stato possibile stimare, grazie al sistema di sorveglianza della mortalità materna coordinato dall’ISS in 8 regioni che coprono il 73% dei nati in Italia, non solo un rapporto di mortalità materna pari a 9 decessi ogni 100.000 nati vivi, ma anche la proporzione di morti materne dovute a emorragia ostetrica.  Le regioni coinvolte nella sorveglianza sono: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. Tra il 2006 e il 2012 su 100 donne morte a seguito di complicazioni ostetriche della gravidanza e del parto, 43 sono decedute per emergenze emorragiche.  Il rapporto di mortalità materna stimato nel nostro Paese (9/100.000 nati vivi) si colloca nei valori medio-bassi europei, in analogia a quanto stimato in Francia e nel Regno Unito. Al contrario, la proporzione di decessi materni ascrivibili a complicazioni emorragiche è superiore rispetto a quella rilevata in altri paesi economicamente avanzati. Per questo motivo I’ItOSS ha provveduto a diffondere i risultati prodotti dal sistema di sorveglianza e ha promosso attività di ricerca e aggiornamento professionale sul tema della EPP con l’obiettivo di migliorare la prevenzione e il trattamento dei casi evitabili.
“Le indagini confidenziali hanno messo in evidenza criticità simili a quelle del Regno Unito che ha insieme a noi un basso tasso di mortalità materna – dice Serena Donati, del Reparto Salute della Donna e dell’Età evolutiva dell’ISS –  le principali criticità riscontrate nella gestione delle emergenze emorragiche sono: l’inadeguata comunicazione tra professionisti, il ritardo nella diagnosi, l’inappropriata assistenza durante la gravidanza, l’inappropriata indicazione al taglio cesareo e l’inappropriato monitoraggio della donna nelle prime 24 ore dopo il parto, informazioni  che abbiamo recepito e utilizzato nello sviluppo  della nuova Linea Guida”.